Torino, 16 apr – Sciacalli e profittatori ovunque, tutti attratti dalle golose, infinite opportunità di guadagno basate sulla sofferenza provocata dalla pandemia. E’ stato questo il caso di quattro imprese, di proprietà di altrettanti imprenditori cinesi, tutti denunciati dalla Guardia di finanza torinese che ha sequestrato un carico di quattrocentomila mascherine e bloccato una partita di altre cinque milioni in cantiere. L’operazione condotta dalle Fiamme gialle – che da inizio pandemia sono impegnate nello stroncare il commercio illecito di dispositivi di protezione individuale, su cui troppi individui privi di scrupoli cercano di lucrare – ha spaziato dai quartieri Aurora e Parella alla cintura Sud della città, fino a Maddaloni, nel Casertano.
La “sede” attorno alla quale ruotava il giro di affari, punto di riferimento per tutto il giro di commerci illeciti, era situata in una stanza in via Giacomo Medici; quando i militari vi hanno fatto irruzione, hanno trovato solo uno scatolone con 700 kit diagnostici per coronavirus, ovviamente non conformi alla normativa in vigore per quanto riguarda le modalità di produzione e di importazione.
I container di merce arrivavano direttamente dalla Cina e venivano sdoganati a Malpensa o a Ciampino. I destinatari segnati sui documenti per l’importazione erano tutti istituzionali, da Comuni a consorzi di associazioni collegato alla Protezione civile. Per non destare sospetti, piccole parti di quei carichi erano destinate ai suddetti indirizzi, ma più spesso i quantitativi maggiori erano diretti a negozi i cui proprietari erano vicini all’imprenditore cinese ideatore del meccanismo.
A capo del giro vi era un giovane di 26 anni, laureato al Politecnico di Torino: era lui deputato a gestire il traffico che, poi, come è emerso dalle indagini, coinvolgeva altri tre connazionali. Le Fiamme gialle hanno recuperato 100mila mascherine in un magazzino nei pressi di un mini market cinese e un altro carico identico in un ristorante sushi di Orbassano. Altre 100mila mascherine, intercettate poi dalla Guardia di finanza, stavano viaggiando alla volta di Maddaloni. L’indagine è stata coordinata dai procuratori aggiunti Vincenzo Pacileo e Marco Gianoglio, assieme al pm Alessandro Aghemo, che hanno già posto la loro firma sui provvedimenti che destineranno i dispositivi di protezione alla Protezione civile.
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