Allo stato, la maggior parte degli occupanti โ che hanno nominato persino un rappresentante per ciascuno delle 28 etnie africane presenti โ bivacca e passa il tempo come puรฒ, con la onnipresente solidarietร dei centri sociali.ย Dallโaltro lato, chi abita le zone dellโEx Moi-Lingotto รจ oramai esasperato e testimonia una netta riduzione del numero di attivitร commerciali presenti nel quartiere nonchรฉ il crollo del valore commerciale delle proprie abitazioni.
I residenti non credono infatti piรน ad alcuna promessa ed anzi cominciano a temere anche il rischio terrorismo legato fenomeni di radicalizzazione islamica, posto che le palazzine fungono anche da crocevia di soggetti non identificati.ย In aumento anche le segnalazioni legate a fenomeni di maleducazione ed aggressivitร che ormai si registrato in pieno giorno alla presenza di donne e bambini.
I risultati delle (inesistenti) contromisure messe in atto dallโamministrazione sono decisamente poco soddisfacenti sebbene da mesi Comune, Prefettura, Compagnia di San Paolo, Diocesi, Cittร metropolitana e Regione Abbiano costituito un tavolo inter-istituzionale per dare soluzione ad una situazione di emergenza che ormai persiste dal lontano 2013.ย La prima delle palazzine occupate ormai doveva essere liberata questa primavera, ma lโestate รจ alle porte e nulla lascia presagire che lo sgombero venga in effetti eseguito.
Fallito anche lโauto-censimento degli occupanti delle palazzine voluto dallโamministrazione penta stellata con il quale si puntava ingenuamente sulla collaborazione degli immigrati: dei circa 1300 migranti presenti, solamente 110 sono si presentati spontaneamente per farsi censire.
Ma proprio sulla questione censimento occorre riavvolgere il nastro.ย Il Sindaco Chiara Appendino sembra infatti dimenticare che allโAnagrafe, nel 2014, vennero giร registrati 800 migranti circa (la maggior parte degli occupanti quindi) a cui venne fornita anche una residenza fittizia creata ad hoc per consentirgli agevolazioni burocratiche. Lโidea del censimento pare quindi piรน che altro unโoperazione mediatica, finalizzata a creare lโillusione di unโamministrazione allโopera sul problema.
Nel frattempo โ torniamo al maggio 2017 – viene premiata lโillegalitร . ย Chi occupa e non ha provveduto al (ridicolo) censimento voluto dal M5S (anche se si fa fatica a vedere le differenze con la precedente gestione targata PD) resta lรฌ dovโรจ e sopravvive come ha sempre sopravvissuto, piรน o meno illegalmente.ย Chi invece, comunque certo dellโimpunitร , si รจ presentato a declinare le generalitร (la maggior parte occupava le cantine delle palazzine e presumibilmente pretende ora una miglior sistemazione) viene posto su un trampolino di lancio per lโassegnazione delle case popolari. Le autoritร sono difatti riuscite a trovare a tempo di record numerosi alloggi da mettere a disposizione degli occupanti. Si tratta di circa 150 immobili per 2/3 appartenenti al patrimonio immobiliare della Chiesa e per 1/3 a quello Comune di Torino.
E qui si apre un altro capitolo che induce ad opportune riflessioni.ย In tempi in cui sembra che non vi siano risorse per aiutare le famiglie italiane in emergenza abitativa, oltre alla discutibile destinazione degli immobili a favore di immigrati clandestini, stanno per essere recuperati anche 2 milioni di euro (tra il finanziamento della Compagnia di San Paolo, 1 milione e 750mila euro, e i 500.000 euro messi a disposizione dal Ministero dellโInterno) per la ristrutturazione dei precitati 150 immobili. Attivati anche i progetti di inserimento rapido nel mondo del lavoro degli occupanti.
Nel mentre, si continuano ad attendereย risposte e soluzioni dal sindaco 5 Stelle Chiara Appendino, magari, perchรฉ no, anche a vantaggio degli italiani residenti nel quartiere Lingotto come dei commercianti di zona.ย Un primo passo potrebbe essere quello di dialogare a scadenze fisse con i comitati di quartiere (primo fra tutti il Comitato โEx Moi โLingottoโ) i quali raccolgono quotidianamente le testimonianze dei residenti legate alle problematiche che lโamministrazione fa finta di non vedere o tenta di sminuire.