Torino, 6 dic – L’infinita guerra sulla toponomastica usata come strumento di lotta politica va in scena anche a Torino. Le due opposte fazioni sono, in questo caso, l’associazione Maurice Lgbtq – dal nome non ha bisogno di presentazioni – e il movimento giovanile vicino a Fratelli d’Italia, Aliud – Destra Identitaria. 

Strade Lgbt

E così nella notte tra martedì 3 e mercoledì 4 dicembre, un gruppo di attiviste ha affisso una serie di targhe toponomastiche dedicate a femministe, lesbiche e trans che nella narrazione Lgbt avrebbero “lasciato il segno”: corso Siccardi è stato ribattezzato Tina Modotti, corso Stati Uniti via Vivian Maier e poi via Marielle Franco, Corso Carla Lonzi, via Leslie Feinberg, via Hevrin Kahalaf.

Cosa è Lesbicx

L’affissione ha preceduto nientemeno che la seconda edizione di Lesbicx, Non era previsto che sopravvivessimo che si terrà dal 6 all’8 dicembre, negli spazi di via Baltea 3. L’evento prevede la partecipazione a un gruppo di lavoro composto da lesbiche di varia provenienza, con l’immancabile sostegno del Coordinamento Torino Pride e con l’ancora meno immancabile patrocinio del Comune di Torino. «Tre giorni per incontrarsi, darsi stimoli culturali e politici, divertirsi, all’insegna di una soggettività lesbica non più normativa- spiega Roberta Padovano, storica attivista del Maurice -. Forte della sua storia e della sua autorevolezza, il lesbismo espresso da Lesbicx accoglie tutte le soggettività che un tempo venivano considerate “non abbastanza lesbiche”, o comunque marginali, come le donne trans, quelle intersex, le persone non binarie, le migranti, le persone con disabilità, le grasse, con molta attenzione all’intersezione tra i diversi tipi di discriminazione che i soggetti complessi che abitano il nostro presente possono subire».

Le reazioni

L’iniziativa ha suscitato le proteste di Maurizio Raffaello Marrone e ad Augusta Montaruli, il primo consigliere regionale e la seconda deputata, entrambi di Fratelli d’Italia, che hanno chiesto «multe salate contro i responsabili» con l’accusa di affissione abusiva. «Oggi i torinesi – così dichiarano Marrone e Montaruli in un comunicato – hanno visto oscurare i nomi di alcuni dei più noti personaggi italiani e torinesi con l’affissione di manifesti abusivi. A Torino si possono rinominare abusivamente le strade senza incorrere nelle multe che toccherebbero a tutti i normali cittadini. Ci auguriamo che la Polizia municipale intervenga e multi i responsabili».

L’azione di Aliud

La risposta «attiva» di alcuni giovani torinesi non si è fatta attendere: nella notte tra il 4 e il 5 dicembre il movimento giovanile vicino a Fratelli d’Italia, Aliud – Destra Identitaria, ha a sua volta ribattezzato le medesime strade rinominate in salsa Lgbt con targhe dedicate a figure maschili del Ventennio. «Abbiamo risposto reintitolato le vie, simbolicamente, ad italiani illustri, spesso dimenticati nella narrazione quotidiana del presente – si legge nel comunicato apparso su Facebook – E così, simbolicamente: corso Giuseppe Siccardi diventa via Filippo Marinetti, via Monte di Pietà diventa via Don Reginaldo Giuliani, via Baltea diventa via Quattrocchi, corso Stati Uniti diventa via Pino Rauti, via Cibrario diventa via Giuseppe Solaro». E prosegue puntando il dito contro «il solito teatrino di patrocini e sponsorizzazioni illustri per un evento che, in realtà, ben lungi dall’essere un momento reale di confronto e condivisione, è l’ennesimo palcoscenico di strumentalizzazioni, intolleranza politica e propaganda gender».

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

3 Commenti

  1. A questo punto, i nomi delle strade facciamole scegliere dai residenti paganti che almeno si ride…

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