Roma, 19 apr – Il giustizialismo grillino trova spesso terreno fertile tra le righe del Fatto Quotidiano. E viceversa. Si spazia dagli avvistamenti di corrotti che neppure con gli occhiali di Carpenter, alla serrata lotta alla prescrizione germe di tutte le malefatte. Ed è tutto un tintinnar di manette. Possibile però che questa foga da spazzacamini della cenere che corrode, si tramuti nella sindrome di un Gollum qualunque? Se l’anello del potere logora anche e soprattutto chi non lo detiene, alzi la mano chi si immagina un Travaglio alle prese con un potenziale conflitto di interessi?
Le accuse di Sansonetti
Mai dire mai, tant’è che Piero Sansonetti, dalle colonne de Il Riformista, non ci ha pensato due volte ad attaccare frontalmente il direttore del Fatto, scatenando una vera e propria bufera. “Il Fatto Quotidiano ieri è tornato ad attaccare a testa bassa Claudio Descalzi. Cioè l’amministratore delegato dell’Eni”, scrive Sansonetti. E come mai? Secondo lo stesso direttore de Il Riformista perché “il Fatto vuole l’Eni per sé” e “ha candidato alla presidenza della più importante potenza economica italiana una donna del proprio staff, Lucia Calvosa, cioè addirittura un membro del consiglio di amministrazione del giornale”. Quindi “il bombardamento su Descalzi è un diversivo”, afferma Sansonetti. Un attacco piuttosto pesante che ha indispettito non poco Travaglio, a tal punto che si è scagliato contro Sansonetti dandogli del “miserabile verme”.
Lottizzatori alla pugna?
Sorvolando sul battibecco infuocato tra i due, è ormai da Monsieur de La Palice notare che nell’elenco dei papabili per la presidenza di una delle più importanti (sicuramente la più strategica) aziende dello Stato ci sia proprio l’avvocato, docente universitaria e al contempo consigliere d’amministrazione del quotidiano diretto da Travaglio. Anzi a dirla tutta sembrerebbe proprio che Lucia Calvosa sia a un passo dalla nomina, grazie in particolare al gradimento e dunque al conseguente appoggio del Movimento 5 Stelle. Già, proprio quei pentastellati a lungo coccolati dal Fatto. Si è mai vista la richiesta di un giornale di ottenere la presidenza di un’azienda statale chiave?
No, ma per quanto non sia affatto detto che come ventilato da Sansonetti il Fatto l’abbia davvero avanzata, è pure arduo sostenere con certezza il contrario. Virtù del dubbio, non per rimembrar ex giornali di Sansonetti, sempre dovuta. Dato però che a noi piacciono poco le congetture, altresì care ai grilli strombazzanti protagonisti di questa avvincente spy story, attendiamo il colpo di scena finale. E’ indubbio d’altronde che tutto questo evochi vagamente le sempreverdi lottizzazioni. Nel mentre ci rivolgiamo “retro a rimirar lo passo”, scorgiamo i buon vecchi caproni di Arcore da prender di mira. A forza di voltar pagine si passa dalla padella alla brace? Chi scaglia adesso la prima pietra? Ma soprattutto, che fine rischia di fare l’Ente Nazionale Idrocarburi?
Eugenio Palazzini
2 comments
[…] Source link […]
[…] magistrati – ormai pare diventato una sorta di eminenza grigia del Conte bis, tanto da essere riuscito a piazzare un suo uomo, o meglio donna, alla presidenza di Eni. Si tratta di quella Lucia Calvosa che, dal 2014, sedeva nel Consiglio d’amministrazione […]