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Un altro crollo in galleria sulla A6 Torino-Savona: autostrade come colabrodo

by Cristina Gauri
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galleria savona crollo

Savona, 10 gen – Ancora un crollo in una galleria delle Autostrade italiane. Dopo quello avvenuto nella galleria Berté sulla A26 e nella Maxetti sulla A10, parte dell’intonaco nella volta della Ricchini, nel comune di Quiliano (Savona), sulla A6 Torino-Savona è crollato la scorsa notte. La galleria è stata chiusa in direzione del capoluogo piemontese da Vigili del fuoco e Polstrada che hanno rimosso il materiale caduto, messo in sicurezza la volta ed effettuato i rilievi del caso. La Ricchini è stata riaperta questa mattina senza causare problemi di traffico. Al momento del crollo fortunatamente non transitavano automobili.

Ieri sulla A10 un pezzo di una ondulina si è staccata dalla volta della galleria, sull’autostrada Genova–Ventimiglia, all’altezza di Arenzano. Nessun automobilista è rimasto coinvolto. Sempre ieri una parte del rivestimento si era staccato nella galleria Turchino, sempre in A26. proprio nella giornata di ieri il ministro dell’Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, aveva esortato la compagnia Atlantia, che ha il controllo di Autostrade, ad abbassare i pedaggi, per non andare incontro ad una revoca delle concessioni.

Sono duecento le gallerie non sicure in tutta Italia; 105 di queste, sono sulla rete in concessione ad Autostrade per l’Italia. Le gallerie a rischio sono tutte di lunghezza superiore ai 500 metri, prive di impermeabilizzazione e quindi soggette a infiltrazioni d’acqua, che minano la stabilità della struttura. Sono prive di sistemi di sicurezza, di corsie di emergenza e vie di fuga, di videosorveglianza, di sensori di rilevamento dei fumi e sistemi di allarme antincendio, luci di guida in caso di evacuazione, stanze a tenuta stagna e prive di un responsabile di riferimento in grado di monitorarle.

Cristina Gauri

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1 commento

Fabio Crociato 11 Gennaio 2020 - 10:09

Quando ci decidiamo a mettere i neri a lavorare? Una volta gli insegnavamo a lavorare in casa loro, adesso?
Altro che colonialismo o imperialismo, qui siamo alla frutta, pure marcia.

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