Roma, 4 set – Nell’articolo scritto per Il Primato Nazionale in occasione dell’anniversario della strage di Ustica indicavo uno dei due motivi di valenza tale da essere potenzialmente in grado di scatenare eventi di quella gravità: il trasporto della prima carica di uranio arricchito dalla Francia all’Iraq, per il reattore nucleare iracheno Osirak. L’avvio concreto della capacità nucleare da parte del regime di Saddam Hussei può sicuramente essere considerato un “fattore scatenante”.
Peraltro nello stesso articolo accennavo fugacemente al secondo potenziale fattore scatenante, “L’Affare Maltese”.
Con la desecretazione di un primo gruppo di documenti classificati del ministero degli Esteri prendo l’occasione per descrivere quella vicenda, che nell’estate del 1980 vide la Libia di Gheddafi opporsi all’Italia per il controllo politico/militare dell’isola di Malta, da poco divenuta indipendente dalla Gran Bretagna.
Il disvelamento di entrambi questi potenziali fattori scatenanti è opera mia:
– Il trasporto dell’uranio arricchito è già descritto in un libro che ho scritto nel 1990 insieme a Franco Scottoni, giornalista di Repubblica di punta sul caso Ustica. L’ipotesi venne ritenuta da Magistrato meritevole di indagine, che non approdò a nulla per il rifiuto della Francia e della AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica di Vienna) di rivelare le date del trasporto dell’uranio arricchito in Iraq)
– “L’Affare Maltese” lo analizzai durante la mia attività come perito giudiziario dell’Itavia, proprietaria del DC9 I-Tigi precipitato a Ustica. Anche in questo caso il dossier, che analizzava gli aspetti storici, militari, strategici e il susseguirsi degli eventi della vicenda, fu dal Magistrato ritenuto meritevole di attenzione, al punto di essere inserito integralmente nella “Ordinanza di rinvio a giudizio”.
Da: Ordinanza di rinvio a giudizio. Pag. 4.717 e seg.
3.2. La memoria di parte civile sull’“affare maltese”.
Anche la parte civile è intervenuta sulla importanza di questo Paese, in risposta ad affermazioni contenute a pagina 45 della memoria del generale Melillo, depositata in data 09.05.96. L’ufficiale aveva scritto, a proposito dell’ipotesi che un MiG libico volasse nascosto all’ombra radar del DC9 Itavia, che “Non si ha alcuna cognizione precisa della destinazione del velivolo, ma si può dire che certamente non potrebbe essere stata l’isola di Malta, poiché a quell’epoca i rapporti fra Malta e la Libia erano molto tesi in vista del trattato di collaborazione (firmato il 2 agosto) tra l’isola e l’Italia che aveva scalzato i libici, i quali perciò non godevano più dell’uso di basi in quel territorio (erano decisamente sgraditi al Premier Dom Mintoff)”.
La parte civile, pertanto, non credendo che l’ufficiale avesse introdotto l’argomento per pura casualità, ha ritenuto opportuno approfondire l’argomento. Appare utile riportare integralmente lo scritto.
Si legge in uno dei documenti desecretati in questi giorni:
Il 3 maggio 1992, dodici anni dopo la strage, nel 1992, l’ambasciata del Cairo informa il ministero degli Esteri che il giudice Rosario Priore ha chiesto e ottenuto che venga interrogato dagli egiziani l’ex primo ministro libico Abdel Hamid Baccouch. Quest’ultimo conferma che “il bombardamento dell’aereo dell’Itavia” è opera “di un aereo libico per ordine diretto di Gheddafi”. Secondo Baccouch, “il presidente libico, da lui considerato elemento mentalmente squilibrato avrebbe personalmente diretto una serie di attentati terroristici di cui la strage di Ustica rappresenta solo un episodio anti-italiano organizzato come reazione all’azione italiana di garanzia della neutralità di Malta che annullava il controllo esclusivo da lui tentato sul primo ministro maltese Dom Mintoff”.
Naturalmente la testimonianza l’ex primo ministro libico Abdel Hamid Baccouch era già nota agli addetti ai lavori, e una testimonianza senza riscontri oggettivi non costituisce “prova”, neanche considerando il ruolo importante di Baccouch nel regime libico.
Ma l’insieme degli avvenimenti dell’estate del 1980 visti nel quadro della “ipotesi maltese” è veramente impressionante.
Occorre accennare sommariamente l’importanza dell’Affare Maltese, anche se nel dossier riportato nell’ordinanza di rinvio a giudizio la trattazione è molto più ampia.
Una volta raggiunta l’indipendenza dalla Corona inglese per l’isola di Malta si creò il problema di come sostenere la propria autonomia, e il premier Dom Mintoff iniziò una spregiudicata politica per sfruttare la posizione geografica dell’isola, crocevia di tutte le rotte marittime ed aeree del mediterraneo centrale.
La risposta venne dalla Libia, che in cambio di una presenza politico/militare sempre più massiccia iniziò un programma di investiemnti nell’isola e la vendita di ingenti quantità di petrolio a prezzi di favore, petrolio che poi veniva vantaggiosamente rivenduto sul mercato libero di Rotterdam.
L’importanza strategica di Malta, ben nota fin dall’antichità, poteva essere assommata a due fattori principali:
– Il controllo dello spazio aereo. Chi controllava il cielo maltese poteva chiudere il traffico aereo al centro del mediterraneo. Un potere enorme in mano a Gheddafi. Basti pensare a quello che sarebbe successo nel 1982 con l’ennesima guerra arabo-israeliana: i rifornimenti militari USA a Israele non potevano sorvolare nei i paesi europei (li avrebbero coinvolti nelle rappresaglie commerciali dell’OPEC) o il nord Africa, e quindi facendo scalo alle isole Azzorre poi sorvolavano tutto il mediterraneo. Chi avesse controllato Malta poteva impedirlo.
– Il porto e gli arsenali. Chi controllava Malta poteva concedere la base militare in uso alla SOVMEDRON, la flotta sovietica del mediterraneo. Dopo il cambio di alleanze dell’Egitto di Sadat del 1974 la Sovmedron estromessa da Alessandria poteva contare solo sul piccolo e marginale approdo di Tartus, in Siria. E senza una base navale adatta in caso di crisi militare con la NATO la Sovmedron avrebbe dovuto ritirarsi al di la dei Dardanelli, perdendo così l’URSS l’influenza su nord Africa e Medio Oriente.
La stessa minaccia di fare di Malta una base navale sovietica in mezzo al mediterraneo avrebbe dato a Gheddafi un nuovo e più incisivo potere contrattuale nel gioco politico e diplomatico condotto dalla Libia.
Ma il premier maltese Mintoff è un giocatore spregiudicato: vuole far diventare l’isola un produttore di petrolio facendo ricerche e sfruttando i “Banchi di Medina”, una zona a basso fondale fra Malta e la Libia, e che la Libia considera come suoi. Si giunge quindi rapidamente a una controversia.
Si mette di mezzo l’Italia, proponendo al governo maltese protezione militare, aiuti economici, e assistenza nelle ricerche petrolifere sui Banchi di Medina. In cambio dell’estromissione della Libia da Malta, e dal divieto di approdo sull’isola delle navi militari sovietiche.
E comincia L’Affare Maltese.
A questo punto gli avvenimenti si susseguono incalzanti durante l’estate del 1980.
– Il Primo Giugno il governo libico interrompe le forniture petrolifere a Malta.
– L’11 Giugno inizia la mattanza degli esuli libici presenti in Italia, con il primo omicidio.
– Il 27 Giugno viene abbattuto il DC9 Itavia , partito da Bologna e viaggiante con due ore di ritardo , mentre e`seguito ad una distanza pari a meno di dieci minuti di volo da un Boeing 707 della Air Malta (volo KM153).
– Il 10 Luglio vengono sequestrati dalla Libia due pescherecci italiani con a bordo 19 marinai ( verranno rilasciati due anni dopo)
– Il 18 Luglio viene ritrovato un Mig 23 libico sui monti della Sila
– Il 2 Agosto prende posizione, sui banchi di Medina, la nave da ricerche petrolifere dell’ENI Saipem2, a dimostrazione, soprattutto ad uso interno maltese ( le elezioni si sarebbero tenute entro breve tempo) della giustezza della politica filo-italiana di Mintoff contro l’area politica filo libica molto forte nell’isola. E` la dimostrazione “politica” che l’Italia agisce seriamente e che il trattato produce i suoi effetti.
– Il 2 Agosto l’On.Zamberletti , per conto del governo Italiano , firma il protocollo d’intesa con il governo Maltese relativo al trattato fra le due parti che esclude la Libia dal controllo dell’isola. E` il coronamento di un lavoro diplomatico iniziato l’anno prima che disinnesca, rendendola neutrale, una possibile futura crisi politico militare incentrata sull’isola di Malta.
– Il 2 Agosto salta in aria la stazione ferroviaria di Bologna. (85 morti e 200 feriti: è il più grave attentato terroristico della storia e che sarà superato solo l’11 settembre a New York)
– Il 6 Agosto una parte dell’esercito libico si ribella e tenta un colpo di stato contro Gheddafi. I congiurati saranno sconfitti dall’intervento di unita` militari della Germania Orientale che riescono ad impedire la cattura del Colonnello Gheddafi. Di questo colpo di stato Gheddafi accuserà l’Italia, arrestando tre imprenditori italiani ritenuti fiancheggiatori degli insorti. ( verranno rilasciati dopo sei anni. Per almeno uno di essi si sa` per certo che fosse un funzionario o un confidente dei servizi segreti italiani: il suo nome venne fuori durante il rapimento Casella (fatto dalla mafia calabrese), come quello di un agente dei servizi segreti che tratto` con i rapitori del giovane)
– Il 24 Agosto un sottomarino ed una nave da guerra libici intimarono, con la minaccia di prenderla a cannonate , alla nave italiana Saipem-2 di interrompere le ricerche petrolifere sui banchi di Medina iniziate per rispettare le clausole dell’accordo Italo-Maltese del 2 Agosto, ed andarsene. Si sfiora la battaglia fra le navi italiane intervenute a difesa della Saipem e le navi libiche. Gli F104 italiani partiti dall’aereoporto militare di Trapani-Birgi, in Sicilia, pattugliano il cielo di Malta
– Il 26 Agosto il governo maltese mette in stato di all’erta la sua forza aerea ( quattro elicotteri)
– Il 27 Agosto il personale militare libico e` espulso dall’isola di Malta.
– Il 2 Settembre l’Italia si IMPEGNA a garantire l’integrita` territoriale di Malta. (dopo i fuochi, direbbero a Roma)
– Il 3 Settembre il premier maltese Dom Mintoff vola a Roma per approfondire le intese Italia-Malta.
– Il 4 Settembre, su richiesta Maltese , si riunisce il consiglio di sicurezza dell’ONU per esaminare “l’azione illegale” della Libia.
– Il 9 Settembre si ratifica l’accordo fra` Italia e Malta , che prevede fra l’altro l’esclusione delle navi americane e sovietiche dai porti dell’isola.
– Il 20 Settembre Dom Mintoff rivela le clausole finanziarie dell’accordo con l’Italia.
E’ bene ricordare anche che l’On. Zamberletti, all’epoca Sottosegretario agli Esteri che firma la mattina del 2 Agosto l’accordo italo-maltese, e che mentre firma riceve la notizia dell’attentato alla stazione di Bologna, ha poi descritto in un libro a titolo “La minaccia e la vendetta” tutta la serie di minacce libiche contro l’Italia volte ad impedire quell’accordo.
Lascio al lettore ogni riflessione sulle conseguenze di vedere la strage di Ustica e di Bologna come un tutt’uno legato all’Affare Maltese, anche nei documento processuali su Ustica la parte sulle possibili connessioni fra i due episodi è di circa 150 pagine.
Ma tutto fu risolto “brillantemente” con la madre di tutte le panzane: il volo di Gheddafi proditoriamente attaccato dagli Amerikani, con il Colonnello che, avvisato da “servizi segreti amici”, si salva virando su Malta.
Luigi Di Stefano
Perito giudiziario per la parte civile Itavia nell’inchiesta sul disastro aereo di Ustica.
Cfr. http://www.seeninside.net/