Roma, 12 apr — Sono aria fresca le parole di Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto nazionale delle malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, uno dei pochi scienziati in prima linea contro il coronavirus a dispensare una narrazione «aperturista», invocando a più riprese l’allentamento delle restrizioni.
Lo ha fatto anche oggi, nel corso di un’intervista rilasciata al Messaggero: «Dobbiamo tornare a vivere. E sfruttare la bella stagione per far ripartire le attività all’aperto». Lo dicono anche i dati a nostra disposizione: «possiamo conquistare nuovi spazi di socialità. Allora anche noi dobbiamo fare in modo che la nostra società riapra sempre di più».
Vaia: tornare alla normalità
Importanti le attività all’aria aperta
Si deve praticare sport
Le sindromi depressive, il confinamento forzato, la mancanza di moto contribuiscono ad abbassare le difese immunitarie: un controsenso, in tempo di epidemia. «Cittadini depressi e chiusi in casa per sempre hanno anche un sistema immunitario peggiore. Difese peggiori», ammonisce il medico. «Sia chiaro», puntualizza: «Il virus c’è ancora, non è scomparso. Ma all’aperto, nel rispetto delle regole del distanziamento e dell’utilizzo della mascherina, si devono individuare possibilità di svago. Di praticare sport. Garantire l’offerta di eventi culturali. Anche aree di ristoro».
Vaia non dimentica nemmeno l’economia, che deve ripartire al più presto. «Le possibilità di contagiarsi all’aperto sono minori: su questo penso che possiamo essere tutti d’accordo». Confidando anche in terapie alternative, come gli «anticorpi monoclonali che ormai stiamo usando allo Spallanzani. E che hanno confermato una percentuale molto alta di efficacia nell’evitare alle persone di finire in ospedale. Sia ai vaccini».
Cristina Gauri