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Vaia contro le restrizioni: “Cittadini depressi e chiusi in casa si ammalano più facilmente”

by Cristina Gauri
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vaia spallanzani

Roma, 12 apr — Sono aria fresca le parole di Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto nazionale delle malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, uno dei pochi scienziati in prima linea contro il coronavirus a dispensare una narrazione Ā«aperturistaĀ», invocando a più riprese l’allentamento delle restrizioni.

Lo ha fatto anche oggi, nel corso di un’intervista rilasciata al Messaggero: Ā«Dobbiamo tornare a vivere. E sfruttare la bella stagione per far ripartire le attivitĆ  all’apertoĀ». Lo dicono anche i dati a nostra disposizione: Ā«possiamo conquistare nuovi spazi di socialitĆ . Allora anche noi dobbiamo fare in modo che la nostra societĆ  riapra sempre di più».

Vaia: tornare alla normalitĆ 

L’appello di Vaia ĆØ chiaro: dobbiamo tornare alla normalitĆ : quella vera, non il Ā«nuovo normaleĀ» che sembra attenderci e non avere più niente a che fare con la vita prima del marzo 2020. E insiste: Ā«dobbiamo tornare a vivere. E visto che all’aperto le probabilitĆ  di trasmettere il virus si riducono, se si rispettano le distanze e si usano le mascherine, allora ĆØ venuto il momento di una graduale ripresa delle attivitĆ  ricreative, culturali ed economicheĀ».

Importanti le attivitĆ  all’aria aperta

Occorre Ā«un nuovo equilibrio tra protezioni e normalitĆ Ā», gradualmente spostato verso la seconda. Ā«Per i cittadini, ma anche per le impreseĀ». Nella sua professione una dichiarazione simile ĆØ quasi un unicum: tranne pochissimi altri scienziati, nessuno sembra interessato alla tenuta economica e sociale del Paese. E invece Vaia arriva a rivolgersi anche ai sindaci, che Ā«sono il tessuto connettivo del nostro Paese. Anche da loro deve partire una spinta perchĆ© l’Italia torni a respirare. All’aperto molte attivitĆ  possono essere consentite, ma servono comunque ragionevolezza e organizzazioneĀ». Secondo Vaia, Ā«nei parchi e nelle aree pubbliche si possono ricostruire occasioni di ritorno alla vita normale. Dobbiamo sfruttare l’opportunitĆ  che ci offrirĆ  la bella stagione e che ci consentirĆ  di restare all’aperto molto più a lungoĀ».

Si deve praticare sport

Le sindromi depressive, il confinamento forzato, la mancanza di moto contribuiscono ad abbassare le difese immunitarie: un controsenso, in tempo di epidemia. Ā«Cittadini depressi e chiusi in casa per sempre hanno anche un sistema immunitario peggiore. Difese peggioriĀ», ammonisce il medico. Ā«Sia chiaroĀ», puntualizza: Ā«Il virus c’è ancora, non ĆØ scomparso. Ma all’aperto, nel rispetto delle regole del distanziamento e dell’utilizzo della mascherina, si devono individuare possibilitĆ  di svago. Di praticare sport. Garantire l’offerta di eventi culturali. Anche aree di ristoroĀ».

Vaia non dimentica nemmeno l’economia, che deve ripartire al più presto. Ā«Le possibilitĆ  di contagiarsi all’aperto sono minori: su questo penso che possiamo essere tutti d’accordoĀ». Confidando anche in terapie alternative, come gli Ā«anticorpi monoclonali che ormai stiamo usando allo Spallanzani. E che hanno confermato una percentuale molto alta di efficacia nell’evitare alle persone di finire in ospedale. Sia ai vacciniĀ».

Cristina Gauri

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