Milano, 13 gen — Li chiamano «italiani di seconda generazione» ma il loro nome non lascia spazio a dubbi: sono due nordafricani i ragazzi identificati dagli investigatori e finiti in manette ieri per le violenze sessuali di gruppo ai danni di giovanissime ragazze avvenuti in Piazza Duomo, a Milano, la notte di Capodanno. Talmente «italiani» e talmente integrati che per l’interrogatorio il gip si è dovuto avvalere di un interprete. Sono il «torinese» Abdallah Bouguedra, 21 anni, e il «milanese» Abdelrahman Ahmed Mahmoud Ibrahim, 18 anni, fermati per rapina, violenza sessuale e lesioni.
Capodanno a Milano all’insegna dello stupro etnico
Nove ragazze accerchiate da decine di ragazzi, tutti stranieri: prese, palpeggiate, rapinate di borse e cellulari, buttate a terra, lasciate con i vestiti a brandelli. Il tutto documentato da video. «Siamo state travolte da 40/50 ragazzi, dai 16 ai 25 anni, ci hanno toccate. Ci spingevano e ci passavano da un ragazzo all’altro», è la testimonianza di una delle vittime. ««Era lì che cercava di coprirsi con il giubbino, non aveva più indumenti addosso, rannicchiata per terra piena di lividi, i pantaloni abbassati alle caviglie». Il tutto davanti alla polizia che, testimoniano le vittime, non ha mosso un dito.
Una modalità che ricalca perfettamente gli stupri compiuti da nordafricani nel Capodanno 2016, nella città tedesca di Colonia. La conquista di un territorio tramite l’affermazione della propria dominanza sessuale sulle donne locali. Le ragazze italiane ed europee (ci sono anche due tedesche tra le vittime), quelle non protette dal velo, non possono più ritenersi al sicuro nelle loro stesse città. Un monito soprattutto per gli uomini italiani: vi siete rammolliti, e adesso le vostre donne sono roba nostra.
L’interrogatorio dei due nordafricani arrestati
Abdelrahman Ahmed Mahmoud Ibrahim, il 18enne residente a Comasina, padre egiziano, nell’interrogatorio si è subito autoassolto. Lui ha solo guardato le violenze ma non ne ha preso parte. «Ho visto che hanno accerchiato queste ragazze, ma io non ho partecipato». E’ «solo» rimasto a guardare, senza intervenire mentre decine di suoi «colleghi» abusavano di alcune ragazzine terrorizzate. Sì dà pure le pacche sulle spalle da solo: «Sono bravo, ho sempre lavorato». Il 18enne è anche indagato per la presunta partecipazione alla violenza nei confronti di quattro amiche toscane, di età compresa tra i 18 e 19 anni, avvenuta all’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele II. Attualmente è rinchiuso nel carcere di San Vittore. Il legale del ragazzo, Iacopo Viola, ha chiesto i domiciliari.
Abdallah Bouguedra, il 21enne fermato a Torino, «ha dimostrato una chiara e consapevole adesione al progetto criminoso del gruppo di uomini che ha assalito» le due 19enni «inserendosi inequivocabilmente quale compartecipe attivo della condotta di violenza sessuale di gruppo». Lo si legge nel decreto di fermo emesso dalla procura di Milano. «L’efferatezza della condotta» di Abdallah B. «dimostra la spiccata pericolosità del soggetto, che, se lasciato in libertà, potrebbe compiere altri delitti della stessa indole, anche sfruttando la forza d’intimidazione del violento gruppo di cui fa parte». Per il procuratore aggiunto Letizia Mannella e il pm Alessia Menegazzo, «le medesime considerazioni devono essere svolte con riferimento alle condotte poste in essere da Abdelrahman Ahmed Mahmoud Ibrahim». Il «bravo ragazzo» che «aveva solo guardato».
Cristina Gauri
4 comments
Tutti sicuramente pure atossici ! La giustizia del giorno dopo…, come sempre, sempre solo quando e come fa comodo. Specie a Mi. Una volta si lasciavano perpetrare i reali per poter prendere le medaglie, oggi giocoforza si riscontrano.
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