“Ben” 4 (quattro) le condanne: due a Colonia, una Duesseldorf e Nuertingen. La maggior parte dei sospetti sono nord-africani e afghani, oltre la metà arrivati in Germania nel 2015. “profughi“, quindi, “in fuga dalla guerra“. Tant’è che il capo della polizia criminale federale tedesca, Holger Muench, ha dovuto ammettere: “Il recente flusso di profughi ha dunque avuto a che fare con le violenze di Capodanno”. Ma va? Perché non spiegarlo agli “smascheratori di bufale” autoproclamatisi, che hanno cercato in tutti i modi di negare tale nesso, quando non di negare il fatto in sé. E invece tutto è andato proprio come indicavano i populisti, xenofobi, parlatori alla pancia del paese, soffiatori su paure inesistenti. Eppure forse le paure non erano così ingiustificate. E se qualche politico parla alla pancia, molti immigrati sembrano interessati a qualche organo più in basso.
Giuliano Lebelli