Roma, 4 nov – «Avrà mai fine? Riusciremo più a vivere come prima?» Sono le domande che più di tutte affiorano alla nostra mente quando pensiamo all’emergenza sanitaria e all’epidemia in corso. Una tenue speranza arriva da Giorgio Palù, professore emerito dell’Università di Padova ed ex-presidente della Società italiana ed europea di Virologia, che ha ipotizzato all’Adnkronos Salute una data per la fine del contagio.
Il virus non è più mortale
Nessuna pandemia dura più di due anni
Il picco a gennaio-febbraio
Vaccino o cure?
E il vaccino? Palù preferisce guardare altrove. Verso gli anticorpi monoclonali, ad esempio: «parliamo spesso dei vaccini allo studio, ma stanno arrivando già i dati degli studi sugli anticorpi monoclonali e vediamo che si stanno rivelando molto efficaci» ha aggiunto. E cita l’esempio del Regeneron con il quale i medici sono riusciti a rimettere in sesto Trump nel giro di pochi giorni. E poi c’è il Remdesivir – il cui uso è stato ultimamente scoraggiato dall’Oms, «secondo la quale questo farmaco avrebbe un piccolo o addirittura inesistente beneficio sulla mortalità a 28 giorni o sul decorso ospedaliero dei ricoverati» – sul quale i medici stanno investendo parecchio. «Ma si tratta di un virus nuovo, il primo pandemico di questa famiglia, e dobbiamo ammettere che ci sono ancora molte cose che non conosciamo», ha tenuto a sottolineare il virologo.