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Viviana aveva tentato il suicidio a giugno. Il giallo dei certificati medici in macchina

by Ludovica Colli
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Caronia, 21 ago – Nuovi sviluppi nelle indagini per la morte di Viviana Parisi e di suo figlio Gioele Mondello di 4 anni, scomparsi il 3 agosto a Caronia, in provincia di Messina e poi ritrovati senza vita, la madre l’8 agosto e i resti del piccolo il 19 agosto. Ora si scopre che la Parisi era stata ricoverata due volte per i suoi problemi mentali e a giugno scorso aveva tentato il suicidio. Prende piede quindi l’ipotesi omicidio-suicidio rispetto a quella dell’aggressione. Il 3 agosto, quando è uscita di casa con Gioele con la scusa di andare a comprare delle scarpe al figlio, forse la donna voleva tentare nuovamente il suicidio, questa volta coinvolgendo anche il piccolo. Forse voleva raggiungere un viadotto dell’autostrada Messina-Palermo, il più lontano possibile, per buttarsi di sotto insieme al piccolo Gioele. Questo spiegherebbe perché ha lasciato il cellulare a casa: per non essere localizzata. Poi, con l’incidente, il panico per il piano che era saltato e la fuga nella boscaglia.

I due certificati medici nella macchina di Viviana

Viviana soffriva di paranoia e accusava crisi mistiche, come hanno documentato i medici dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto il 17 marzo scorso in un primo certificato sul suo stato di salute. Ora spunta un secondo documento medico sui problemi mentali della donna, che era stato compilato dallo stesso ospedale a fine giugno, a seguito del suo tentativo di suicidio. Ora la Procura sta indagando per scoprire perché la donna teneva quei due certificati nel cruscotto della sua macchina. Lì sono stati ritrovati dopo che la donna il 3 agosto ha scavalcato il guard rail della Messina-Palermo ed è scomparsa nella boscaglia con il figlio in braccio.

L’ipotesi omicidio-suicidio

Ebbene, secondo la ricostruzione degli inquirenti, la donna, fortemente turbata – ai familiari aveva più volte riferito che si sentiva seguita da qualcuno – potrebbe aver ucciso Gioele – forse per strangolamento, bisognerà aspettare l’esito dell’autopsia – poi potrebbe aver nascosto il corpo in un fosso, ricoprendolo di sterpaglie e pietre. Sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, a quel punto Viviana ha cercato un’altura per uccidersi e vagando per centinaia di metri alla fine ha visto un traliccio, ci è salita e si è buttata di sotto. Ipotesi più che plausibile visto che il suo cadavere è stato rinvenuto a un paio di metri dal traliccio, in una modalità – la perdita di una scarpa e del calzino – compatibile con l’impatto dall’alto. Ora pertanto il procuratore capo di Patti, Angelo Cavallo, sta indagando su questa ipotesi. Gli altri scenari – come una possibile aggressione – sarebbero stati scartati in assenza di riscontri. L’ipotesi omicidio-suicido invece sarebbe supportata da un primo responso dei medici legali e dai vari periti che stanno indagando sul caso. “Già ce lo hanno detto quello che è successo. Una pista, una lettura chiara degli avvenimenti già c’è stata data – ha confermato il procuratore di Patti -. I periti si sono riservati di fornire gli esiti complessivi tra qualche mese, soprattutto quelli istologici”. Parole che lasciano intendere che al di là dell’ufficialità il quadro ormai sarebbe abbastanza chiaro.

E’ giallo sul perché la donna avesse così tanta libertà d’azione nonostante lo stato di salute mentale

Un altro aspetto su cui si indaga è verificare come mai, nonostante il tentativo di suicidio, i ricoveri e i certificati medici, Viviana avesse così “tanta libertà” d’azione e potesse andarsene in giro da sola con il figlio. In questa ottica, gli inquirenti nei prossimi giorni sentiranno pure i servizi sociali. Si indaga inoltre sul quadro familiare. Daniele Mondello, marito di Viviana e papà di Gioele, per esempio era in cassa integrazione a causa dell’emergenza coronavirus. Una preoccupazione in più per lo stato di salute di Viviana, già fortemente stressata dal lockdown, come riportano i suoi familiari.

Un super esperto per verificare una compatibilità con gesti estremi

A quanto pare poi i pm nomineranno un super esperto, per ricostruire lo stato psicologico della donna e verificare una “compatibilità” con gesti estremi. “Viviana non era comunque in cura – precisa il marito – e non seguiva alcuna terapia: ha soltanto preso per 4 giorni due pillole e poi ha smesso lei, di sua volontà”. La famiglia respinge l’ipotesi omicidio-suicidio: “Viviana non avrebbe mai fatto del male a suo figlio – dice l’avvocato Claudio Mondello, cugino del marito della Parisi – forse, ha perso di vista Gioele ed è salita sul traliccio per provare a rintracciarlo. Ma è caduta, morendo. Mentre il bambino avrebbe fatto un brutto incontro nei boschi, un animale che l’ha aggredito”.

Il padre di Gioele riconosce le scarpette blu del figlio

Intanto Daniele ha riconosciuto gli indumenti ritrovati con i resti del figlio: “Quelle scarpette blu per Gioele le avevamo comprate insieme, io e Viviana“. Ora resta solo l’esito dell’esame del Dna per l’ufficialità ma gli inquirenti non hanno mai avuto dubbi sul fatto che le spoglie ritrovate fossero quelle del piccolo scomparso il 3 agosto. Resta il giallo su come sia morto, ma il procuratore Cavallo precisa: “Il corpo del bimbo – rinvenuto a circa 300 metri in linea d’aria da quello della madre, ndr – non è mai stato spostato. Al limite l’ipotesi è che gli animali siano intervenuti e abbiano operato una dispersione dei resti”. Gli esami, soprattutto quelli per verificare il momento del decesso, diranno con esattezza che cosa è successo. Se il piccolo è morto prima della madre o se sono morti insieme – forse perché Viviana si è gettata dal traliccio con il piccolo in braccio.

Ludovica Colli

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