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Zanardi, terza notte in intensiva. “Ancora grave ma stabile, non sarà un percorso breve”

by Cristina Gauri
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Roma, 22 giu – E’ stata la terza notte consecutiva trascorsa in terapia intensiva per Alex Zanardi, che si trova ricoverato al policlinico di Siena da venerdì sera dopo aver subìto un lungo intervento neurochirurgico per traumi al cranio e al volto, riportati a seguito del terribile incidente avvenuto sulla la strada provinciale 146 nel comune di Pienza (Si). La situazione rimane grave ma stabile. «Non si sono registrate novità significative», afferma ad AdnKronos un portavoce dell’ospedale. L’atleta si trova ancora in coma farmacologico.

Situazione sempre stabile ma grave

Sabino Scolletta, direttore dell’emergenza-urgenza del policlinico senese, ha confermato ai microfoni di Agorà che il campione di handbike «è stabile, in come farmacologico e attaccato alla ventilazione. Nei prossimi giorni valuteremo se cominciare a ridurre la pressione dei sedativi per testare il suo stato neurologico». E aggiunge: «Gli scambi respiratori sono buoni, siamo molto soddisfatti». Per quanto riguarda il neuromonitoraggio, «dà segni di stabilità. Questo è un segno da prendere naturalmente con cautela, perché il quadro neurologico è quello grave che desta preoccupazione». Ad ogni modo, «la notte tra domenica e lunedì è passata tranquilla, siamo fiduciosi. Il percorso non sarà breve, avremo bisogno di tempo per valutare Zanardi nelle prossime settimane». La parola d’ordine è comunque «cautela, il cambiamento potrebbe essere repentino». Sull’ipotesi di un risveglio, «Pensiamo più nei prossimi giorni che nelle prossime ore. Al cervello serve tempo e riposo».

La ricostruzione 

Carabinieri e Procura proseguono intanto nella ricostruzione della dinamica dell’incidente e gli accertamenti riguardo alle mancate autorizzazioni della staffetta Obiettivo Tricolore, teatro della tragedia. Sempre Adnkronos rivela che l’evento era pubblico, ma senza autorizzazioni richieste alla questura né comunicazioni formali ai sindaci durante il passaggio. Proprio durante la corsa Zanardi ha perso il controllo della sua handbike in curva, invadendo l’altra corsia e finendo contro un Tir che in quel momento percorreva l’altro senso di marcia. L’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Serena Menicucci cerca ora di chiarire se le strade avrebbero dovuto essere chiuse al passaggio della staffetta di atleti disabili e se fosse necessaria una comunicazione alla Questura pur non trattandosi di una gara competitiva.

Il pubblico ministero ha sentito come testimoni due persone a conoscenza dell’organizzazione dell’evento: si tratta della cognata di Alex Zanardi, Barbara Manni, manager del team di Obiettivo 3, e Mario Valentini, ct della Nazionale paralimpica di ciclismo. Dagli interrogatori sarebbe emerso che non è stata fatta richiesta di autorizzazioni alla questura di Siena né sono state inviate comunicazioni ufficiali ai sindaci di Pienza e Montalcino per richiedere il controllo del traffico da parte della polizia municipale.

L’autista: “Penso di avere fatto il possibile”

Nel frattempo Marco Ciacci, il 44enne autista del Tir contro cui Alex si è scontrato, che ora è nel registro degli indagati per lesioni colpose gravissime, non riesce più a darsi pace. «Sono distrutto ma non è colpa mia», ha dichiarato. «Va male perché la situazione è brutta, non essendo colpa mia. Io quando ho visto che lui sbandava mi sono buttato tutto a destra, ma lui mi è venuto addosso ed è scivolato verso il camion. Quando ho visto questo gruppo di biciclette ho visto uno che, non sapendo chi fosse, ha cominciato a sbandare e allora mi sono buttato sulla destra; però è stata una frazione di secondo e mi ha colpito. Penso di aver fatto il possibile. Penso tutte le notti a quel momento. Mi dispiace e gli sono vicino. Non so come finirà ma sono a terra», ha concluso.

Cristina Gauri

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