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Agli italiani non va più di cucinare. Cresce la dipendenza dai take away

by Ilaria Paoletti
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Sushi take away

Roma, 23 ott – La cucina italiana è celebrata nel mondo per essere una delle più ricche, prelibate e anche sane. Tuttavia gli italiani non hanno più voglia di mettersi ai fornelli e sempre più spesso ricorrono alle app di take away come Glovo et similia.

Vale 5,5 miliardi

Il business che ruota attorno ai take away, con il quale spesso la cosa più italiana che si può ordinare è una pizza a fronte di una sconfinata offerta di sushi e cibo cinese, è sempre più in crescita: nel nostro Paese ormai vale 5,5 miliardi di euro. Questo almeno stando ai dati forniti dalla Camera di commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi.

Roma la più “golosa”

Solo in Emilia Romagna il take away registra un giro d’affari di 1,5 miliardi. Seconda a consumi è la Lombardia (1,3 miliardi) mentre il Lazio si posiziona terzo con 840 milioni. Roma batte tutte le città d’Italia; i romani spendono infatti 784 milioni per il cibo ordinato a casa, dopo di lei solo Ravenna con 578 milioni, che supera Milano con 332 milioni, poi Monza con 300 milioni e Parma con 291 milioni.

Cresce anche i lavoro?

Sono 38mila le imprese italiane attive nel settore del cibo take way e la crescita si mantiene costante di anno in anno. Con la crescita del business ovviamente crescono anche gli addetti del settore; ad oggi sono 112mila le persone che lavorano nel cibo d’asporto rispetto alle 109mila dello scorso anno (per una crescita del +3%). Non è dato sapere da queste informazioni se per “addetti al settore” s’intende anche gli ormai noti riders, ovvero i fattorini, spesso sottopagati, senza tutele di tipo igienico sanitarie o relative a infortuni su lavoro.

“Valorizzare il territorio”

Annarita Granata, consigliere della Camera di commercio che ha condotto lo studio dichiara: ”La ristorazione senza somministrazione è un settore in cui convivono forme tradizionali di preparazione dei cibi da asporto come le rosticcerie e altre emergenti, innovative nel prodotto e nel servizio”. Con un  monito: “L’importante è mantenere alta la qualità dell’offerta valorizzando anche il territorio e i suoi prodotti, in un settore come quello del food che rappresenta una delle eccellenze del made in Italy nel mondo”.

Ma la cucina asiatica incombe

Secondo uno studio di Deliveroo, Glovoo e Just Eat, insomma di tutte le principali app che servono a ordinare cibo online, la cucina più ordinata dagli italiani dopo la pizza sarebbe quella asiatica, quella giapponese nello specifico (il sushi, o quello che molti spacciano per tale), che precede di poco quella cinese. Si attesta nelle prime posizioni anche il Mc Donalds e più in generale gli hamburger sono tra le pietanze più ordinate.

Ilaria Paoletti

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