«Il tradizionalismo è in un certo senso un metalinguaggio per descrivere l’era di degrado e declino dell’essere-nel-mondo (In-der-Welt-sein) in tutti i suoi aspetti. Pertanto, è una base ideale per le tradizioni pagane indoeuropee, e per quanti affrontano il logos distruttivo, occidentale ed eurocentrico dell’era moderna». A parlare è Evgeny Nechkasov (in arte Askr Svarte, nato nel 1991), l’astro nascente del pensiero pagano europeo. Abbiamo fatto due chiacchiere con lui per capire un po’ meglio la sua proposta filosofica.
Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di maggio 2021
Askr Svarte: «Una radicale violazione patologica del nostro esser-ci (Dasein)»
Nel tuo saggio Polemos, nel delineare i tratti dell’attitudine che il «tradizionalismo pagano» dovrebbe assumere nei confronti della modernità e della postmodernità, esprimi una dura critica nei confronti di internet e della rete globale. Non è pensabile, almeno parzialmente, un uso a fini «tradizionali» della tecnologia?
«No, non vi sono da principio opzioni per un uso “tradizionale” delle tecnologie moderne. Da qui la rapida e indiscutibile conclusione che tutte le idee del cosiddetto “archeofuturismo” non hanno nulla a che fare con il tradizionalismo o con il conservatorismo, o con la nuova destra europea. Noi facciamo uso della rete globale e di alcuni dei suoi strumenti, ma non di tutti. Io propongo di considerarla come un ambiente oggettivamente sfavorevole. Le nostre possibilità di controllarla sono molto basse, le persone hanno perso da tempo il controllo sulla tecnologia, da un banale frigorifero a sistemi di controllo globale, l’internet delle cose, i big data, le politiche dei dati etc. Si potrebbe paragonare questo fenomeno ad una dipendenza, ma la situazione è anche peggiore.
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Oggi non solo le persone, i gruppi etnici, le culture, i Paesi, ma anche gli oggetti ordinari, come gli utensili da cucina o gli animali e i fenomeni naturali non esistono se non sono connessi alla rete, o se non sono in qualche modo costruiti per la sorveglianza digitale. Questa è una radicale violazione patologica del nostro esser-ci (Dasein), che si riduce ad un essere-connessi. Essere significa essere-in-rete. Una pellicola di alienazione è creata tra l’essere delle persone, l’essere di una persona, l’essere del sacro e molti altri differenti paesaggi naturali (una pluralità di nature), che diviene una mediatrice totalitaria e l’arbitro di tutto ciò che esiste. È una tecnica, che Heidegger chiamò Gestell nel suo potere globale industriale, scientifico ed economico. Da qui un’ulteriore conclusione che una tecnica autonoma e indipendente quale “semplice strumento” è un mito. La tecnica è l’ideologia del moderno e del postmoderno incarnata…