Sono in aumento vertiginoso le domande di iscrizione ai corsi di lingua russa e cinese, in netto calo quelli di inglese. Il modello americano è in crisi, la recente discutibile gestione del caso Siria ne è una prova. L’asse culturale del mondo si sposta dunque verso oriente.
“Il cinese è una delle lingue più richieste negli istituti superiori europei e statunitensi: negli USA sono già oltre 1000 i licei che offrono corsi di cinese e anche in Francia il loro numero sta aumentando rapidamente”- dichiara Davide Vona, vicepresidente dell’associazione culturale Sinaforum. “In Italia fino agli anni Novanta” – prosegue Vona- “esistevano solo quattro università dove era possibile trovare insegnamenti di lingua e cultura cinese (La Sapienza a Roma, L’Orientale a Napoli, Ca’ Foscari a Venezia e l’Università degli Studi a Milano). Oggi, nella sola Lombardia, sono sette gli atenei dove si può imparare il cinese. A questi, si aggiungono poi i tanti corsi offerti da associazioni culturali, scuole private, enti e aziende. E dagli Istituti Confucio, che sono dieci in Italia.”
Altra lingua assai richiesta è il russo. “Sono sicuro che l’interesse per il russo crescerà”- dichiara Dimitri Petrov, traduttore e psicolinguista. “E ci sono cause oggettivi per cui lo penso: la Russia è un Paese di grande rilevanza non soltanto per l’estensione geografica. D’altro canto l’inglese come strumento universale di comunicazione continuerà senza dubbio a semplificarsi, pagando un alto prezzo per essere diventata la lingua della globalizzazione economica e culturale.”
Conoscere precisamente la lingua di un popolo significa comprenderne il sistema di pensiero e possederne la chiave di comprensione, quindi l’interesse per russo e cinese va al di là delle mere motivazioni lavorative. C’è un sistema culturale, quello americano, che dopo la seconda guerra mondiale ha dominato in tutto il mondo. Dopo la crisi del 2008, questo sistema ha perso e sta per essere sostituito.
Nella mitologia indiana gli anti-dèi Asura vengono sconfitti dagli dei perché usano forme linguistiche incomprensibili, allo stesso modo la Cina sta prevalendo nel braccio di ferro con gli Usa anche tramite l’appeal esercitato dalla lingua. È sicuro che la Cina si diventerà nei prossimi anni la prima economia del mondo proponendosi come un altra faccia del capitalismo americano viste le condizioni lavorative ottocentesche che vigono nel paese che fu di Confucio.
Diversa la situazione Russa: con Putin il paese ha ripreso posto tra le superpotenze economiche e politiche senza fare mistero di non volere sottostare ai diktat di Washington come dimostrato sulla situazione siriana.
Sicuramente il mondo del futuro non sarà più a conduzione unica e univoca, come è stato finora, ma sarà guidato da più potenze. L’oriente, da dove venivano i nostri antenati indoeuropei ritorna al centro della storia.
Michael Mocci