E a rendere ancor più torbida la faccenda arriva una sconcertante notizia: i faldoni contenenti i documenti relativi al processo del 1985, al termine del quale Fiesoli e il suo “vice” Goffredi vennero per la prima volta condannati per abusi su minori, sono misteriosamente scomparsi. Ufficialmente “perduti” nel trasloco degli archivi dal Tribunale di Firenze a quello di Prato, di fatto lasciano intravedere il movimento di attori occulti che, si spera, il processo contribuirà a far venire fuori. Perchè è evidente che dietro le malefatte del Fiesoli ci sia una rete di coperture a dir poco inquietante: politica, magistratura e servizi sociali, a vario titolo implicati nella vicenda e rispondenti e nomi e cognomi ben precisi, potranno difficilmente cavarsela con una generica ammissione di ingenuità: il susseguirsi di “coincidenze”, iniziate fin da quando, a seguito della condanna per abusi, il Tribunale dei Minori e gli assistenti sociali tornarono ad affidare i primi minori ai condannati, lascia poco spazio al garantismo. Siamo inequivocabilmente di fronte a un “sistema” criminale coperto ai più alti livelli e lasciato libero di arricchirsi ed aumentare la propria influenza sulla società.
E non si parla soltanto di relazioni definite dall’accusa “a dir poco imbarazzanti”. Si parla di programmi educativi organizzati dalle istituzioni pubbliche nei quali i ragazzi delle scuole di mezza Toscana venivano invitati a visitare il Forteto, Pubblicazioni presentate ufficialmente dalle più alte istituzioni politiche regionali e nazionali, frequentazioni amichevoli di giudici minorili, politici di sinistra e responsabili dei servizi sociali. E soprattutto nessuna indagine, nessun controllo, nessuna verifica. Con la compiacenza di psichiatri, psicologi ed esponenti della cultura di sinistra che per decenni si sono sperticati in elogi untuosi al Fiesoli e al suo modello di architettura sociale.
Mentre vittime ed imputati si preparano alla battaglia legale, fuori dall’aula il Comitato “Adesso Basta: fermiamo il Sistema Forteto” porta avanti la sua opera di sensibilizzazione, in appoggio a coloro che hanno vissuto la loro infanzia nel silenzio angosciante di chi è costretto a subire senza poter reagire. Molte le sigle politiche che hanno dato la loro adesione: CasaPound Italia, che ancor prima che lo scandalo esplodesse (con la pubblicazione della relazione di inchiesta realizzata dall’apposita Commissione Regionale) denunciò i torbidi legami ricorrenti tra la politica locale e la Setta del Forteto. Ma anche Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle, UDC. Col la roboante assenza delle sigle di sinistra, rinchiuse in un assordante silenzio.