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Fede, speranza, identità: i cattolici e la sfida mondialista

by Marco Mancini
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cattolici identitari

Un prezioso antidoto allo stupidario cattolico ultimamente propalato a piene mani anche dalle gerarchie ecclesiastiche: è questo il libro Cattolici e identitari di Julien Langella, edito da Passaggio al Bosco. L’autore, 34enne attivista identitario francese, chiarisce nell’introduzione il duplice scopo, pedagogico e militante, del volume: dimostrare che «carità cristiana e lotta identitaria non si oppongono in nulla», e fornire armi intellettuali per un’élite votata alla riconquista.

Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di giugno 2021

Ecumene e patriottismo

Lo stato dell’arte, infatti, non è incoraggiante: «Scristianizzazione e grande sostituzione vanno di pari passo». Esistono però delle isole di resistenza: la militanza cattolica che negli anni scorsi si è espressa ad esempio nella Manif pour tous contro i matrimoni gay, così come il risveglio degli europei che vogliono rimanere padroni a casa propria. Queste due forze, pertanto, sono chiamate a unirsi per fronteggiare un nemico comune: il mondialismo, «che vuole contemporaneamente sradicare la fede e dissolvere i popoli». L’appello di Langella ha il pregio di giocare a carte scoperte, senza i complessi e gli infingimenti che talora si riscontrano nel rapporto tra cristianesimo e area identitaria. Così, nel testo viene subito precisato che l’identitarismo non si riduce al nazionalismo – sulla scia di Pio XII viene anzi condannata l’idolatria della nazione, ritenuta eredità del giacobinismo, e si concepisce un’identità a più livelli – ma non coincide neanche con il sovranismo, poiché oggi non è in gioco solo la sovranità politica delle nazioni, ma la loro stessa sostanza.

Cattolici e identitari

L’«eresia mondialista» presuppone per l’autore un impazzimento delle virtù cristiane: sostituisce fede, speranza e carità con uno spiritualismo disincarnato, un’ingenua faciloneria, un buonismo lassista. L’universalismo cristiano, troppo spesso equivocato sulla base della citazione paolina «non c’è più giudeo né greco», si realizza spiritualmente nella Chiesa. L’unificazione dell’umanità, per dirla con Joseph Ratzinger, non è un compito politico ma una speranza escatologica, e pretendere di prescindere dalle identità dei popoli per fonderli in un meticciato globale è un peccato d’orgoglio simile a quello biblico della torre di Babele.

Per la dottrina cattolica, dunque, «il patriottismo è un elemento della legge naturale e le identità fanno parte del piano di Dio». Essere futuri cittadini della Gerusalemme celeste non implica la negazione della nostra patria terrena, poiché la grazia non distrugge la natura ma la perfeziona. Dio stesso, del resto, si è incarnato assumendo l’interezza della natura umana e radicandosi in una terra, in una religione, in una famiglia: per citare san Giovanni Paolo II, «il mistero dell’Incarnazione […] appartiene alla teologia della nazione».

Contro il meticciato

Così il sano realismo cattolico non deve temere di confrontarsi neanche con uno dei termini tabù degli ultimi 70 anni, cioè la…

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6 comments

Urvolk 26 Giugno 2021 - 4:03

Pura e semplice spazzatura ideologica, contorsionismi teologici, lacerazioni psichiche degli abramitici che rimarranno sempre divisi e incerti tra i loro Antenati Arya e Abramo, Isacco, Giacobbe, tra Roma e Gerusalemme.
Per fare pulizia ci aiuta Reghini (1924):
“Un nazionalista deve volere al di sopra di ogni altra cosa il bene della nazione. Aggiungere o sottintendere l’aggettivo “cattolico” mostra la esistenza di una restrizione mentale, mostra che si vuole il bene della nazione se ed in quanto riesce a favore di una credenza particolare. Ed allora si può essere sinceri nazionalisti soltanto se i due fini perseguiti non vengano mai in contrasto.
Ora nel nostro caso vi è contrasto naturale, fatale, profondo, incomponibile. Nella lunga serie dei secoli, dalla fondazione della Chiesa di Roma in poi, il Papato, sempre e poi sempre, è stato il naturale nemico di Roma e d’Italia.
La civiltà latina, eclettica, serena, aperta, in una parola “gentile”, e l’impero romano con essa furono soffocati dalla mentalità esotica, intollerante, fanatica, dogmatica del cristianesimo.
È questo un delitto che attende ancora la sua espiazione.”
Gravissima caduta qualitativa dell’editore Passaggio al Bosco aver pubblicato un testo di mistificatori cristiani e del primato che ne parla.

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Anton 27 Giugno 2021 - 8:14

Io, invece, penso che l’Impero romano si auto-distrusse proprio a causa della sua componente latina, eclettica, serena, aperta, in una parola: “gentile”. Questa sua componente, che potremmo tranquillamente definire come la componente dell’accoglienza indiscriminata, dell’inclusione e della assimilazione è, guarda caso, la stessa che attualmente imperversa nel mondo occidentale americanizzato e massonizzato (ma USA e massoneria possono tranquillamente dirsi come la stessa identica cosa) e che sta portando le società planetarie all’appiattimento e alla distruzione. Non credo sia un caso, infatti, che la massoneria spinga molto, soprattutto in certi ambienti di tipo nazionalista, sul recupero dell’arcaica religione romana, ormai morta e sepolta, il cui testimone è passato, più di 1700 anni fa, al cristianesimo cattolico romano in modo da perpetuare la Tradizione e conservare Roma come Sacra Urbs.

Non ho ancora avuto occasione di leggere il libro ma credo che sarà incluso in uno dei miei prossimi acquisti.

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Urvolk 1 Luglio 2021 - 3:15

Roma non si auto-distrusse, fu corrosa dall’interno e soprattutto fu privata del suo fondamento metafisico, ovvero la Pax Deorum. Lo Stato romano si fondava su un esplicito “contratto” con le forze divine, una volta che gli uomini hanno smesso di onorarlo convertendosi, le forze divine hanno tolto il loro sostegno. Conseguenza inesorabile come le leggi cosmiche.
Secondo, paragonare l’espansione romana al “mondo occidentale americanizzato e massonizzato” è indice di abissale ignoranza o abissale malafede. Su questo stesso sito è apparsa una ricognizione su quanto fosse difficile ottenere la cittadinanza romana.
Terzo, non c’è stato nessun “passaggio di testimone”, la superstizione cristiana ha soppiantato, represso ed usurpato la religio, distorcendone i simboli e contenuti a proprio uso e consumo.

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Anton 2 Luglio 2021 - 9:08

Urvolk:

1) se un fondamento metafisico, così come lo chiamate voi, è solido, niente e nessuno può corroderlo, né dall’esterno né dall’interno. Io non so cosa intendiate con la frase “contratto con le forze divine” che, peraltro, non solamente mi suona come priva di significato ma la stessa parola “contratto”, appunto, rimanda alla mega-finanza mercantilista e usurocratica;

2) come possano, le… “forze divine” aver smesso di sostenere lo Stato Romano per via della conversione al cristianesimo (avvenuto non certo nel giro di poche settimane ma in un lasso di tempo piuttosto lungo), questa è, per quanto mi riguarda, vera e propria superstizione a tutti gli effetti; vi ricordo il significato della parola Tradizione;

3) se è vero che il tempo non sia lineare ma ciclico, appare evidente come l’antica religione romana avesse concluso la sua vita. Come si conclude la vita di una religione? Quando i suoi insegnamenti non sono più compresi dalla gente (sacerdoti compresi) e vengono distorti diventando altro. E questo è ciò che accadde alla religione dei romani.

4) il cristianesimo, non ha distrutto nulla, anzi: nei secoli, ha ridato vigore a Roma: ad esempio, pensiamo al Sacro Romano Impero. Vigore che, poi, è stato minato, almeno, a partire dal Rinascimento sino ai nostri giorni;

5) argomento espansione romana = UK/USA (o USrael, così come molti preferiscono precisare): non confondiamo Imperium con imperialismo. Quello romano era diventato, di fatto, imperialismo. La stessa società romana era ormai in totale declino, sia spirituale che morale;

6) e fu proprio il cristianesimo a darle una salutare raddrizzata; cristianesimo che – mi permetto di farvi notare – mai ha rinnegato il bagaglio culturale della Roma classica (soprattutto Cicerone, Seneca, Marco Aurelio) ma al contrario, lo ha assunto e rettificato così come ha anche assunto l’aristotelismo e in parte, il platonismo. Quindi il cristianesimo nulla ha distrutto; caso mai, ha sopraelevato.

7) il cristianesimo non ha imposto nulla: contrariamente al più tardo islamismo, non aveva le armi né la potenza bellica per poterlo fare. Al contrario: sin dall’inizio delle predicazioni di Gesù il Cristo, il cristianesimo è sempre stato osteggiato dal giudaismo mentre alcuni romani mandavano i cristiani “ad bestias”… Il cristianesimo si diffuse tramite l’apertura di scuole (la chiese) che divulgavano l’insegnamento di Gesù il Cristo (ove fu possibile farlo, ovviamente). Inoltre, c’è da dire che cristianesimo venne accettato da Roma proprio per il tramite di Ponzio Pilato: questo lo si evince da un’attenta e meditata lettura dei Vangeli. Ma qui intendo fermarmi e non dire di più…

Un cordiale saluto

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fabio crociato 4 Luglio 2021 - 5:36

Quando capiremo che ad un ciclo in decadenza si sostituisce sempre un ciclo in maturazione e che l’ acqua sotto i ponti è sempre la stessa potremo “restare”, altrimenti… i fossili non rivoluzionano un bel nulla!! Grazie Anton e grazie ad Urvolk puntualizzatore interessante, ma assai temporale!! Andiamo oltre e ricongiungiamo…

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Urvolk 5 Luglio 2021 - 4:07

1. il fondamento metafisico in sé è intangibile, sono le realtà contingenti che possono radicarvisi, oppure abbandonarlo.
Secondo caso che è successo esattamente all’Impero e poi via via a tutti i popoli d’Europa. Oggi l’ Indoeuropeo è decadente perchè è distaccato dai suoi Dèi;
2. la superstizione, per i Romani, è tutto ciò che è inutile, eccessivo o scomposto rispetto alla religio. Esempi chiarissimi il fanatismo, il fideismo e il sentimentalismo dei cristiani;
3. falso, la religione tradizionale è stata messa fuori legge e repressa dall’autorità politica ormai convertita;
4. l’empia superstizione fanatica dei cristiani ha distrutto il 90 % della cultura antica, altrimenti ci sarebbero giunte sterminate biblioteche in greco e latino, e non solo i pochi testi che si sono salvati. O che gli umanisti hanno provvidenzialmente salvato trovandoli raschiati sotto i libri di salmi e predicozzi;
Il “sacro romano impero” non fu sacro e nemmeno romano. Non sacro perchè si fondava su una credenza esotica, che nulla ha a che vedere col sacro. Non romano perchè la “altera Roma” fu Bisanzio e non potevano essercene altre. La setta cristiana non poteva trasmettere l’autorità imperiale perchè non ne aveva titolo, e i Franchi non erano altro che i suoi picciotti (braccio armato);
5. chi confonde Impero con imperialismo è proprio chi paragona Roma agli USA;
6. il cristianesimo ha distorto e usurpato simboli, titoli e contenuti a suo uso e consumo, basti pensare al titolo di “Pontifex” che era proprio dell’imperatore romano e non del vescovo di Roma. O al concetto di “paradiso” che è iranico e significa “giardino recintato”. Il camminare sulle acque era già da millenni attribuito a Krishna nell’induismo. Gli esempi potrebbero essere infiniti…

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