Roma, 21 nov – Un film italiano, dopo tre settimane di programmazione, batte tutti i record di incassi: Sole a Catinelle incassa infatti quasi 50 milioni di euro. A produrlo sono Gennaro Nunziante e Checco Zalone, il comico barese laureato in giurisprudenza. Nella pellicola sono presenti tutti i temi dell’Italia di oggi, spesso trascurati dai media nazionali: le rate che asfissiano le famiglie, la prepotenza di Equitalia, la delocalizzazione, il dramma della perdita di un lavoro, l’inconcludenza della cultura radical-chic.
Ma Checco parla in dialetto, è “populista” e non dice “cose di sinistra”: i progressisti champagne e caviale non gradiscono. Michele Serra, con il suo stile, tipico dei dotti bizantini ai tempi della quarta Crociata, scrive su “L’Espresso” che Checco Zalone ha successo perché parla alla “pancia” del popolo. La stessa “pancia” che per Serra è “ quella specie di vasto contado ribelle, e ringhioso, del quale Zalone è un alfiere intelligente, e solare. Quello stesso contado indocile che non vuole più votare oppure vota Berlusconi perché è ricco e se la fa con le donnine, o Beppe Grillo perché strilla forte”.
Insomma salotti buoni e tessera Pd oppure sei plebaglia incolta. Infine Serra, che proprio non gradisce il linguaggio popolare di Zalone, sale in cattedra: “Potrebbe forse – glielo dico da fan – accettare di avere qualche complesso (anche “non avere complessi” è un complesso terribile) e mirare appena più in alto, cosa che per talento e per prontezza di spirito è perfettamente in grado di fare, perfettamente assistito dal suo mentore Nunziante”.
Visto che, di fronte a Zalone, la sinistra storce il naso, la destra (sempre che la parola abbia ancora un significato politico), cerca di accaparrarselo. Così ieri, il Mattinale, organo curato dai collaboratori di Brunetta, ha scritto: “Qualcuno l’ha notato? Siamo prudenti nel dirlo perché non vorremmo iniziasse un boicottaggio come quello contro i pompelmi degli israeliani. Il film «Sole a catinelle» di Checco Zalone esprime in pieno la filosofia positiva, generosa, anticomunista, moderata, serena di Berlusconi e di Forza Italia”.
Viene subito in mente un’associazione tra Cecco Angiolieri e Checco Zalone, non solo per l’assonanza del nome. A legarli è Michail Bachtin, il critico letterario famoso per aver introdotto il concetto di “carnevalizzazione”. Bachtin, non a caso inviso alla critica marxista, dimostrò che tutti gli autori comici, da Cecco Angiolieri a Rabelais, non erano degli ignoranti ma anzi erano più letterati degli autori “ufficiali”. Per fare una parodia del modello “alto” bisogna conoscerlo bene infatti. A ciò si aggiungono l’estro e il coraggio letterario di avvicinarsi alla realtà tramite l’ironia e lo sberleffo.
Aurora Benincampi