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Eroi dimenticati: Gino Allegri, con D’Annunzio nel volo su Vienna

by Tommaso Lunardi
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Roma, 6 ott – Il Volo su Vienna fu un’azione tanto coraggiosa quanto spettacolare. Uno dei massimi esempi di eroismo o, per meglio dire, uno dei più conosciuti. Di atti di coraggio del genere, infatti, ve ne sono stati assai e questa rubrica ne è la prova consistente della loro importanza. Ma Gabriele D’Annunzio non fu l’unico a volare su Vienna. Con lui c’erano altri temerari, uno di questi era Gino Allegri.

Impiegato itinerante

La storia di Gino Allegri non ebbe subito a che fare con il mondo del volo. Infatti, nato il 25 marzo 1893 a Venezia ma trasferito nella vicina Mestre, lavorò come impiegato a Londra, Parigi e Vienna. Il padre Carlo, era un illustre veneziano che, tra il 1914 ed il 1919 ricoprì anche il ruolo di sindaco di Mestre. Tuttavia, nel 1915, all’entrata in guerra dell’Italia, Gino Allegri ritornò in Patria pronto ad arruolarsi in vista della prossima partenza verso il fronte.

Venne inquadrato nella 5° Artiglieria di Fortezza di stanza al Lido di Venezia. Studiò e seguì i corsi per diventare sergente e, nel 1916, divenne aviatore. Partì per il fronte con il compito, inizialmente, di controllare dall’alto i nemici. Gli aerei, infatti, erano impiegati, all’inizio del conflitto, per missioni di controllo e di monitoraggio degli spostamenti nemici. Gino Allegri fu uno dei primi che iniziò a bombardare i nemici dall’aria ed ad utilizzare la mitragliatrice montata sul proprio velivolo.

Il Volo su Vienna e la beffa di Feltre

Gino Allegri divenne famoso per il celeberrimo volo su Vienna. Assieme a Gabriele D’Annunzio, che lo scherniva scherzosamente chiamandolo “Fra’ Ginepro”, volò sulla capitale austriaca e vi fece cadere sopra dei volantini per indurre i soldati ed i cittadini a spingere per una resa dato il continuo avanzare italiano.

Ma Allegri divenne famoso anche per un’altra avventura, un po’ meno famosa. Leggiamo dal libro di Antonio Scopel, “I tedeschi nel feltrino”: «Il mattino del 7 giugno 1918 un apparecchio italiano apparve sulla vetta di monte Tomatico. Le batterie contraeree iniziarono il fuoco: […] come fulmine l’aeroplano precipitò sul campo d’aviazione. […] Tutti ebbero l’impressione che l’aeroplano fosse colpito. A pochi metri da terra l’apparecchio si rizzò e sfiorando i tetti delle case eseguì due voli fulminei sul campo d’aviazione, mitragliando e lanciando bombe. […] L’eroico pilota era Gino Allegri, compagno di Gabriele d’Annunzio; il bombardamento del campo d’aviazione di Feltre fu il primo che eseguì a bassa quota».

Gino Allegri morì nei pressi di San Pelagio, a Due Carrare (PD), dove vi era la base di atterraggio dell’Esercito Italiano. Dopo aver bombardato Monfalcone (Gorizia), il suo aereo venne danneggiato dalla contraerea. Nulla poté il soldato per tenere in aria il velivolo che si schiantò sul punto di partenza il 5 ottobre 1918. Per onorare l’eroe gli venne conferita la medaglia d’oro al valor militare sulla quale possiamo leggere: “Pilota di raro ardire e di virtù eccezionali iniziava, per primo, una serie di bombardamenti e mitragliamenti di grande efficacia, eseguiti tutti a quota bassissima su importanti centri di vita del nemico, alcuni dei quali nelle più remote retrovie avversarie. Non ancora ristabilito da recente malattia, pur di partecipare ad una di queste importantissime azioni sopra scalo ferroviario importante, partiva in volo di propria iniziativa, e con audacia e perizia effettuava il bombardamento riuscito efficacissimo. Al ritorno, per causa accidentale, precipitava al suolo sullo stesso campo di partenza, chiudendo così il servizio di magnifico soldato dell’aria con olocausto della sua valorosa esistenza. Già decorato di tre medaglie d’argento ed una di bronzo al valore militare”.

Tommaso Lunardi

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