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Balbo e la marcia su Roma: «La vecchia Italia resiste, ma il nostro patto è sacro»

by Italo Balbo
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Italo Balbo marcia su Roma

Ritorno a Perugia. È arrivato De Vecchi da Roma per darci il quadro della situazione alla Capitale. Nella ripartizione delle nostre mansioni ha avuto l’incarico di tenere i contatti con l’elemento politico. La situazione a Roma è ancora molto incerta e caotica. Chi annuncia e chi smentisce la promulgazione dello stato d’assedio. […] Le voci che continuano a giungere a Perugia e si fanno verso sera più insistenti, dànno per certa una designazione ministeriale nella quale Mussolini non figura come Presidente del Consiglio e dove i fascisti sono associati ad elementi politici eterogenei, in strane combinazioni.

Il racconto di Balbo sulla marcia su Roma

La mia partenza per Roma diventa una necessità improrogabile. Parto infatti, non prima di aver firmato un foglio proposto da De Bono, già firmato da Bianchi e da De Bono stesso e che avrebbe dovuto firmare anche De Vecchi, come firmò, in cui noi stessi, depositari di tutti i poteri del Partito e della Milizia, ci impegniamo a non posare le armi fino al giorno in cui la situazione rivoluzionaria non sia sboccata in un Governo Fascista presieduto da Mussolini.

Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di ottobre 2022

Firmo questo foglio e via verso Monterotondo. Alle 20 di questa giornata, la colonna di Monterotondo, inquadrata da Igliori, è in piena efficienza. Il nostro camerata ha fatto le cose alla perfezione. La sua gente presenta un magnifico spettacolo di disciplina e di forza. Tutto è scrupolosamente regolare. Le armi non mancano. Igliori mi offre una cena frugale al suo Comando. Dall’altra parte del tavolo, trovo un colonnello di fanteria, che Igliori ha fatto prigioniero perché aveva fatto saltare un tratto di binario sulla linea Orte-Roma, allo scopo di impedire il concentramento dei fascisti del nord a Monterotondo. Il colonnello non si dimostra molto malcontento della sua prigionia. Mi dice che, salvo qualche mala parola al momento dell’arresto, i fascisti sono stati con lui cortesissimi. Si rende, del resto, perfettamente conto della situazione. La guerra è guerra.

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Riparto per Roma con Chiostri e ho il piacere di constatare che la strada da Monterotondo a ponte Nomentano è tenuta da pattuglie fasciste. A ponte Nomentano sbarramento di guardie regie e di carabinieri con i moschetti puntati: non si passa! Il Governo ha date tassative disposizioni affinché nessuno entri nella Capitale senza il permesso scritto del ministero degli Interni. Chiostri ha la sua medaglietta da deputato; ma neppure questa sembra sufficiente. Alla fine acconsentirebbero a lasciarlo passare. E per me? Io non mi dimostro preoccupato. Levo di tasca il portafoglio, e ostento uno strano lasciapassare che ha…

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