Washington, 2 mar – Qual è lo stato di salute della libertà accademica? Assai precario. Questo, almeno, è quanto emerge da un rapporto stilato dal Center for the Study of Partisanship and Ideology, e diffuso dal politologo canadese Eric Kaufmann sulle colonne del Wall Street Journal. La ricerca analizza infatti il grado di partigianeria ideologica che si respira nelle università anglosassoni. E i risultati sono a dir poco inquietanti. In pratica, lo studio rileva che la discriminazione politica e la cancel culture si stanno diffondendo a macchia d’olio in tutti gli atenei di lingua inglese. Tradotto: chi non si professa liberal o progressista viene sostanzialmente messo all’angolo.
«Niente lavoro per gli elettori di Trump»
Tanto per cominciare, il rapporto evidenzia che per docenti o collaboratori di idee conservatrici è sempre più difficile ottenere un posto nelle università anglosassoni: nello specifico, negli Stati Uniti 2 accademici su 5 hanno dichiarato che non si sognerebbero mai di assumere nel loro dipartimento un elettore di Trump. Stesso discorso per il Canada, dove la percentuale sale addirittura al 45 per cento. Neanche nel Regno Unito le cose vanno tanto meglio: 1 accademico su 3 non darebbe mai lavoro a un sostenitore della Brexit.
Università anglosassoni o Inquisizione spagnola?
Dalle assunzioni passiamo quindi ai rapporti personali. Ebbene, solo il 41 per cento del campione in esame si è detto disposto a pranzare con un elettore Trump. Insomma, viva la tolleranza e il pluralismo. Del resto, sono gli stessi professori di idee conservatrici a confermare la tendenza: nelle università americane, ben 3 accademici su 4 affermano di sentirsi a disagio nell’esprimere le loro opinioni sul posto di lavoro, e solo il 9% di loro ha dichiarato di averle effettivamente espresse nel proprio dipartimento. Stesso trend registrato in Gran Bretagna: solamente il 18 per cento degli accademici è disposto a confessare il proprio sostegno alla Brexit. Insomma, nelle università anglosassoni si respira un’aria pesante, con censure e atmosfera da caccia alle streghe. Non esattamente l’ambiente ideale per fare ricerca scientifica in totale libertà e coscienza. È il pensiero unico, bellezza.
Gabriele Costa
1 commento
Bene, finalmente si comincia ad approfondire anche in questa sede la questione delle Università pesantemente viziate e vizianti… Molto parte da lì, da certa falsa, interessata benevolenza che vuole tutti laureati…