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Marilena Grill, un francobollo per ricordare il martirio della giovane ausiliaria

by Marco Battistini
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Roma, 7 mar – È stato emesso nella mattinata odierna, al Centro Studi San Carlo di Torino, il francobollo dedicato alla memoria di Marilena Grill, giovane ausiliaria uccisa, ancora minorenne, dall’odio partigiano. La “firma” è quella del Ministero delle imprese e del Made in Italy, l’idea proviene dalla Fondazione Nazione Futura e da Rinascimento europeo. Un’iniziativa lodevole che – come da copione – ha fatto saltare i nervi ai sempre più irascibili tipi dell’Anpi.

La storia di Marilena Grill

Marilena Grill nasce a Torino il 26 settembre 1928. Rimasta orfana del padre sin dalla tenera età, cresce insieme alla madre. Ragazza solare, l’amor di Patria la porta ad arruolarsi nel Servizio Ausiliario Femminile. Mansioni assistenziali e di ricerca dispersi. Aveva appena sedici anni e solo un pregresso di volontariato nel dopo scuola le permise di essere inquadrata. Riuscì a coniugare il proseguimento degli studi con il richiamo di un dovere superiore. In tal senso Rosilda Fanolla ricordò le sue parole: “Vedi questa lapide con i nomi degli studenti caduti in guerra? Al più finirò col mio nome in questa fila e sarebbe una grande soddisfazione averlo fatto per l’Italia“.

Frasi, se vogliamo, premonitrici. Nella seconda metà dell’aprile 1945 la comandante provinciale delle ausiliarie concesse alla ragazza due settimane di congedo – a fronte dei cinque giorni richiesti – affinché si potesse preparare al meglio per le interrogazioni scolastiche. Il conflitto stava volgendo al termine e le barbarie partigiane, nello specifico delle bande rosse, iniziavano ad acuirsi in maniera terribile.

Barbarie senza giustificazioni né contestualizzazioni

A guerra finita – era il 28 aprile, probabilmente a causa della delazione di un compagno di scuola – Marilena Grill venne prelevata dalla sua abitazione per finire nelle grinfie delle brigate Garibaldi. Non fece più ritorno a casa. Secondo le testimonianze dell’epoca la giovane sarebbe stata rapata a zero (come da infame prassi) e violentata. Per poi essere uccisa nei primi giorni di maggio insieme alla ventenne Ernesta Raviola. 

Marilena Grill svolse il proprio servizio nella Repubblica Sociale fuori dal contesto politico e completamente disarmata. Ma la cancellazione fisica del nemico, da parte di chi voleva consegnare l’Italia all’incubo del comunismo, non avrebbe guardato in faccia a nessuno. Barbarie che non hanno giustificazioni né contestualizzazioni.

La scelta del Mimit: un passo avanti e due indietro

L’emissione del francobollo dedicato a Marilena Grill si sarebbe dovuta tenere nella giornata di domani. Ovvero sabato 8 marzo – la data di tutte le donne – contestualmente alla diffusione di un altro valore bollato, in memoria della parlamentare Marisa Cinciari. In seguito alle proteste della famiglia Rodano (la fu senatrice è conosciuta soprattutto con il cognome del marito) e dell’immancabile Anpi il ministro Adolfo Urso ha però diviso i due eventi.

Così, se da una parte apprezziamo sinceramente la scelta del Mimit di ricordare – e far conoscere ai più – il martirio di questa giovane vita vigliaccamente spezzata, dall’altra abbiamo trovato fuori luogo la proposta iniziale

E no, non per una questione di contrapposizione ideologica: semplicemente perché tra il vissuto delle due – la purezza di una vita che arde così in fretta contro quarant’anni nei meccanismi istituzionali – ci passa tutta la differenza del mondo. Un passo avanti e due indietro: ad ogni modo, a fronte delle sterili polemiche provenienti da sinistra, l’aver tenuto la posizione presa avrebbe significato un significativo cambio di paradigma rispetto al passato

Marco Battistini

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