Home » Obiettivo: negare la nostra cultura. Così lavorano le quinte colonne dell’immigrazione

Obiettivo: negare la nostra cultura. Così lavorano le quinte colonne dell’immigrazione

by La Redazione
5 comments
svezia immigrazione

Roma, 21 dic – Uno degli atteggiamenti con i quali si interpreta l’immigrazione odierna è certamente la negazione che è purtroppo caratteristica di gran parte delle classi politiche attuali. Lo dimostra il fatto che chi suggeriva di studiare ed analizzare i pericoli insiti nell’arrivo di masse di stranieri fu accusato di essere genericamente di destra se non direttamente razzista. Neppure il fatto che l’ondata migratoria iniziata nel 2015 sia sia sempre più intrecciata col terrorismo ha indotto le classi politiche europee a rivedere i loro affrettati giudizi. È infatti impossibile negare il fatto che ad esempio il terrorismo, quello che ha travolto l’Europa a partire dal 2005, sia strettamente legato all’immigrazione islamica.

Immigrazione ed autorazzismo: l’esempio della Svezia

Una delle conseguenze dell’atteggiamento di negazione verso le implicazioni dell’immigrazione è stata la negazione del valore della propria cultura. Autorevoli rappresentanti di istituzioni nazionali e internazionali sono addirittura arrivati a rinnegare la stessa cultura della loro nazione come dimostrano in modo egregio le dichiarazioni del ministro socialdemocratico dell’integrazione svedese Mona Sahlin che, parlando in una moschea curda con il velo sulla testa, ebbe modo di dichiarare che gli svedesi erano gelosi dei curdi perché questi avevano una identità culturale mentre gli svedesi non avevano una identità di tale natura.

Sempre dalle parti di Stoccolma nel 2014 il Primo Ministro Reinfeldt ebbe modo di dichiarare in televisione che i cittadini svedesi erano dell’avviso che i confini tra paesi fossero soltanto costruzioni fittizie e che la Svezia apparteneva non a coloro che vi abitavano da generazioni ma a quelli che venivano in cerca di una vita migliore. In altri termini, per molti leader politici svedesi l’immigrazione non costituiva un fatto particolarmente nuovo perché ognuno in realtà era un emigrante.

Questo atteggiamento negazionista ha avuto e avrà delle conseguenze immani sotto il profilo strettamente culturale, la più importante delle quali sarà il fatto che gli occidentali rinnegheranno e disprezzeranno la loro stessa identità e la loro stessa cultura a favore di quella islamica, orientale o del Terzo mondo. Superfluo aggiungere che un atteggiamento di tale natura, introiettato all’interno delle scuole, porterà in breve tempo alla scomparsa di non solo di qualunque identità culturale europea ma anche e soprattutto nazionale.

Roberto Favazzo

You may also like

5 comments

Fabio Crociato 21 Dicembre 2019 - 10:38

Purtroppo c’è molto vero quando si afferma che alcuni foresti hanno una identità culturale che in quasi tutta l’ Europa occidentale è quasi scomparsa. Stessa cosa è successa nello specifico campo religioso-spirituale. Chi dice così deve tornare ad essere nostro alleato!
E’ il risultato pessimo della concezione della vita lineare, il continuo presunto progresso, che li ha persi…
Buon, ciclico (!!), solstizio… pre-natalizio a tutti!

Reply
Anton 21 Dicembre 2019 - 1:46

Concordo con il signor Fabio Crociato: paradossalmente, trovo anch’io abbastanza veritiere le parole del ministro Sahlin e non solo riguardo al popolo svedese; è necessario fare auto-critica a livello di tutti i popoli europei. D’altronde, già René Guenon (ma non solo lui – basterebbe citare, tra i tanti, De Maistre e/o più avanti Spengler, ognuno alla sua maniera) cento anni fa, suonava l’allarme riguardo la ormai completa “occidentalizzazione” dell’Europa, dove per occidentalizzazione si allude all’individualismo sfrenato, al modernismo e alla completa americanizzazione del pianeta (per non parlare, poi, nello specifico, delle grandi piaghe dell’umanità: illuminismo – con tutte le utopie e le mistificazioni scaturitene; marxismo; psico-analisi, etc.).

Ma non tutto è ancora perduto.

Un piccolissimo appunto: l’ondata migratoria non è iniziata nel 2015, anno in cui, semmai, si è dato avvìo a un incremento con numeri spaventosi (a colpi da più di 30.000 persone a settimana!) ma già dalla fine degli anni ’80 e durante i primissimi anni ’90, da più parti si intuì l’andazzo che avrebbe, poi, preso questa che è diventata un’autentica invasione e che, a quanto sembra di capire, rende più del traffico di droga (ad essa, spesso connesso assieme a prostituzione e traffico di organi)…

Reply
CN250 21 Dicembre 2019 - 6:18

Rimango sempre della mia idea! Vuoi gli immigrati clandestini economici fancazzisti vacanzieri cerebrolesi a spese del popolo? Siii?! Allora li prendi li adotti e li campi te con il tuo lavoro o la tua pensione. Abbiamo tanti italiani che HANNO bisogno di conforto ma purtroppo per loro sono solo dei poveri cojoni italiani. Volete una mano dalla stato? Quest’estate andate in vacanza in tunisia biglietto solo andata e al ritorno basta un gommone e un minore a bordo e dite di essere gay.a posto avrete risolto la vostra esistenza da ora in poi vi manterranno dei poveri cojoni italiani

Reply
SergioM 23 Dicembre 2019 - 11:15

Sto scaricando (scannerizzando) le foto di famiglia …. se ne trovassi una con addosso il preservativo rosa ed il cartello idiota …. andrei a sputare sulle tombe dei miei genitori !!!!

Chiamare RIFUGIATI i CLANDESTINI è una BESTEMMIA .

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati