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Gaetano Pesce: il nostro Banksy, ma meno ruffiano

by Vittorio Sgarbi
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Qual è il rapporto tra l’opera di Gaetano Pesce e la tradizione artistica italiana, che egli conosce e reinterpreta con un’intelligenza e una fantasia uniche? L’apparenza della sua dissonanza dai linguaggi della tradizione è soltanto nell’uso dei materiali. In realtà Pesce ha sempre considerato il suo lavoro libero dalle barriere tra i linguaggi proprie delle arti, nelle distinte discipline (architettura, scultura, pittura, disegno, design).

Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di dicembre 2021

La sua ricerca è una sorta di agglomerato in cui le categorie espressive seguono e sono scelte secondo il contenuto o l’argomento da trattare. Fin dalle prime mostre, Gaetano Pesce si è espresso, con deliberata incoerenza, usando diversi media. Ai linguaggi tradizionali non poteva non affiancare quelli della moda, della musica, del cinema, delle performance. In questo il suo spirito trasferisce nel nostro tempo e nelle nostre coordinate gli esempi più alti della tradizione italiana.

Profilo artistico di Gaetano Pesce

Restando a Padova, dove Pesce si è formato, è inevitabile, nel dialogo tra architettura, scultura e pittura, pensare alla personalità di Andrea Mantegna, che con un solo medium, la pittura, esprime anche le altre arti. Mantegna è architetto e scultore e, certo, nella sua visione, non riconosce barriere tra i linguaggi. È una multidisciplinarità che caratterizza i talenti migliori anche nel nostro tempo. Penso a Luigi Serafini, Livio Scarpella, Anselm Kiefer, e, per certi versi, Banksy. Ma la posizione di Gaetano Pesce resta aristocratica e non disponibile a scendere a linguaggi di diretta comunicazione popolare e demagogica in un’aura di immediatezza e di poesia evocativa, come quella che invece caratterizza il linguaggio elementare e primario di Banksy. In Pesce non c’è critica alla società dei consumi, alla persuasione occulta della pubblicità; anzi, ne usa i linguaggi elaborati e sofisticati.

Leggi anche: Requiem per Banksy: lo street artist ora parla come Scelta civica (di Adriano Scianca)

La sua fantasia si esprime nelle forme e nei materiali che hanno generato la sedia Nobody’s perfect, il Tavolo uomo rinato, la Pulcinella lamp, il modello originale in legno della poltrona UP5_6, e altre opere tridimensionali concepite dagli anni Sessanta a oggi. Si tratta di «un’esplosione di colori e creatività» che produce oggetti apparentemente inutili, e invece tutti funzionali, in una chiave che nega, prima di tutto, il carattere ripetitivo del design. Pesce produce, non riproduce, tanto più nell’epoca della riproducibilità tecnica dell’arte. È il momento migliore per contrastare questa regola. Il suo è un nuovo…

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