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Trovata tartaruga a Pompei, dopo duemila anni ha ancora il suo uovo

by Andrea Bonazza
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Roma, 24 giu – A difesa dell’antica città romana sigillata dal Vesuvio non è rimasta solo la famosa Vedetta di Pompei. Da oggi, insieme a molti altri reperti, a farle compagnia vi è anche una, è il caso di dirlo, millenaria, tartaruga.

Una nuova straordinaria scoperta nella località napoletana riporta in luce questo essere bimillenario. Ha il carapace quasi intonso, testa e coda intatte, così come una delle sue zampe. È una piccola tartaruga di terra con in grembo il suo uovo mai deposto, incredibilmente conservata dalle pesanti polveri del vulcano. E’ stata trovata a mezzo metro di profondità sotto il pavimento in terra battuta di una bottega della centralissima Via dell’Abbondanza. In questo luogo, l’Università Orientale di Napoli, la Freie Universitat di Berlino e l’università di Oxford stanno compiendo ricerche sui resti di una domus distrutta dal terremoto del 62 d.C..

L’eruzione del Vesuvio

Secondo i responsabili della ricerca, in una situazione così particolare cambiò l’intero ecosistema della cittadina e gli animali selvatici trovarono un nuovo habitat in laboratori o in botteghe come questa. La tartaruga di Pompei potrebbe essersi introdotta nei locali ormai non più abitati “e lì, in un angolo protetto, si era scavata una tana dove deporre il suo uovo”. “Cosa che non le è riuscita e che potrebbe averne causato la morte” ha dichiarato l’antropologa Valeria Amoretti.

Le ricerche adesso si sposteranno dall’antica domus al laboratorio. Sul luogo del ritrovamento, però, gli studenti dell’università napoletana stanno lavorando su pavimenti e decorazioni della casa romana. Una dimora con saloni e cortili che si estendeva per oltre 900 metri quadrati. Un sito ricco di mosaici che potrebbero essere tranquillamente paragonati a quelli della Villa dei Misteri o della Casa di Cerere. Mosaici impreziositi da raffinate allegorie ispirate dall’architettura romana, come il lungo acquedotto apparso sul pavimento del tablinio.

I ritrovamenti nella domus

Oltre alla tartaruga di Pompei, tra i ritrovamenti nella domus vi sono reperti come zoccoli in marmo policromo, una maschera in terracotta e una conchiglia dipinta. Sulle sue rovine sono sopravvissute inoltre bellissime pitture parietali nel II stile in voga nel I secolo a C.. Nella stanza in cui è stata trovata la tartaruga di Pompei, gli archeologi hanno trovato anche una fossa votiva scavata in occasione della fondazione della casa.

Di buon auspicio secondo la Tradizione romana, nella buca erano stati gettati oggetti oggi ritrovati. Legna bruciata, un’olla spezzata per le offerte, una piccola lucerna e alcune offerte per gli dei. Come spiega a il Mattino Marco Giglio, dell’Università Orientale, “è arrivata la prova che questa casa fu effettivamente costruita nella prima metà del primo secolo a. C.”. Quando dopo l’assedio di Silla Pompei divenne colonia romana.

(foto @pompeiisoprintendenza)

Gli studiosi stanno ora indagando sul perchè 150 anni dopo la sua costruzione, questa splendida dimora sia stata rasa al suolo. Forse la paura vissuta con il terremoto ha convinto i proprietari a trasferirsi altrove. Prima dell’arrivo della tartaruga, Pompei era una città ricchissima che chiamava a sé aristocratici e commercianti da tutto il Mediterraneo. “Qui si costruiva senza sosta e si guardava con fiducia al futuro – conclude Giglio – Nessuno davvero aveva idea della catastrofe che di lì a poco sarebbe arrivata su Pompei“.

Animale longevo per eccellenza, ora la tartaruga di Pompei potrebbe svelarci nuove affascinanti scoperte su questa incredibile città che, anche dopo più di duemila anni, non finisce mai di incantare il mondo intero. Ma si sa… Proprio come ci insegnano le tartarughe: chi va piano va sano e lontano.

Andrea Bonazza

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2 comments

Trovata tartaruga a Pompei, dopo duemila anni ha ancora il suo uovo | NUTesla | The Informant 25 Giugno 2022 - 3:10

[…] Author: Il Primato Nazionale […]

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L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., la catastrofe negli scritti romani di Pompei - 25 Agosto 2022 - 5:31

[…] ottobre dello stesso anno. A sostegno di questa opzione, alcuni ricercatori hanno raccolto prove su diversi elementi rimasti fossilizzati dalle polveri del vulcano. Tra questi, i reperti maggiormente influenti sono sicuramente la frutta secca e il mosto in […]

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