Roma, 1 nov – Secondo alcuni Trump e Biden sarebbero le due facce della stessa medaglia, gli Stati Uniti sarebbero imperialisti a prescindere, qualsiasi analisi priva di condanne aprioristiche degli Usa sarebbe una concessione all’«americanismo» (qualsiasi cosa significhi), e così via. Tutto ciò esonera dallo studio e dalla hegeliana “fatica del concetto”, permette comunque l’esibizione compiaciuta di verità ultime e indiscutibili, assicura facili conferme del proprio essere presuntamente “fuori dal coro” ed altre amenità narcisistiche assortite. Chi invece pensa che le cose siano un po’ più complesse di questi schemini, che è il caso di studiare prima di giudicare, che a sua volta studiare non significa leggere solo ciò che conferma le proprie tesi, ha ora a disposizione il libro agile, documentato e ben scritto di Stefano Graziosi e Daniele Scalea, Trump contro tutti, da poco edito per i tipi della Giubilei Regnani.
L’amministrazione Trump: discontinuità e problemi
I due autori, pur simpatizzando per Trump, mantengono un notevole equilibrio nei giudizi e nelle analisi, insistendo sì sugli elementi di forte discontinuità dell’amministrazione trumpiana (le posizioni anti-establishment, la capacità di allargare la base di consenso repubblicana, una politica estera poco interventista, eccetera), ma senza sottacerne gli aspetti maggiormente problematici, come ad esempio una gestione dello staff presidenziale “da CEO aziendale più che da capo di governo” (p. 51), che è costata “rotture traumatiche” (p. 52), sicuramente evitabili con una condotta più accorta e lungimirante e che ha alimentato l’immagine, di certo non molto positiva, “di un presidente capriccioso e volubile” (p. 53).
Il testo prende poi in esame anche il ‘ticket’ Biden-Harris, il ‘caso Floyd’, la cancel culture e il BLM, l’Obamagate e altro ancora. Da leggere con attenzione anche le pagine dedicate alla Cina, il maggior nemico strategico dell’America, secondo Trump. Condivisibile la conclusione dell’opera: Trump, piaccia o meno, comunque “offre una visione chiara e netta” (p. 146), avendo un progetto politico ben preciso, al contrario dei suoi avversari, uniti soltanto da un generico anti-trumpismo.
Contro l’«antiamericanismo» di maniera
Chiudiamo con una breve riflessione su titolo e sottotitolo del libro. Pur se apparentemente forzato, effettivamente Trump in questo momento storico è in lotta con tutti, ovvero Onu e Ue, grandi multinazionali, colossi dell’informazione, opinione pubblica mondiale mainstream e via dicendo. E ciò spiega a sufficienza il bivio cui allude il sottotitolo (che, completo, suona L’America (e l’Occidente) al bivio). Ovviamente, ritornando per un attimo alle righe iniziali di questa recensione, se si è invece convinti che nulla cambi nella sostanza (la solita riedizione della hegeliana “notte in cui tutte le vacche sono nere”…), la prospettiva si rovescia radicalmente, confermando la collaudata routine ideologica, in base alla quale se nulla cambia per davvero, si può continuare a professare un rassicurante antiamericanismo di maniera, nell’illusione che le sue “ragioni” restino inalterate. Se invece si ha una visione molto più dinamica, complessa, imprevedibile della storia, allora il libro di Graziosi e Scalea è quello che fa per voi.
Giovanni Damiano