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Il water è universale ma la Raggi e i grillini fingono di non saperlo (eppure dovrebbero)

by Vittorio Sgarbi
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Ai lettori del Primato voglio sottoporre il dialogo, denso di contenuti e di peti, fra l’ex sindaco Raggi e il futuro assessore alla cultura di Roma che qui scrive. Alla domanda di Myrta Merlino, a L’aria che tira, la temeraria risponde: «Il centrodestra appare spaccato in due, ma giustamente lei mi ricorda anche Sgarbi. Ne mettono insieme tre per farne uno. Sgarbi spero non voglia fare l’assessore del Rinascimento dal water. Roma non ha bisogno di persone che si fanno foto nude sul water».

Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di luglio 2021

Forse pensava di essere spiritosa, ma io replico, stando al gioco e rimanendo nello stesso spazio da lei evocato: «Essendo priva di pensiero, la sindachessa Raggi dimentica che anche lei, come tutti, almeno una volta al giorno sta seduta sul water, pensatoio perfetto. In ogni caso, meglio stare seduti, miti e tranquilli sul water che esistere solo grazie alla violenza verbale, ai vaffanculo del padre di un presunto stupratore. A questa scuola si è formata, e per questo malauguratamente esiste, la Raggi. Se ne stia tranquilla al cesso». Più tranquillo di così!

Tutto per un water?

Poteva finire lì, ma i seguaci della Raggi non accettano che anche lei, almeno una volta al giorno, stia seduta sul water, buona e zitta, come ognuno di noi, maschio o femmina. E si ribellano, e stabiliscono una inedita differenza defecatoria tra i due sessi. L’inesistente La Notizia evoca il turpiloquio e il sessismo, in perfetta malafede (voi avete letto come le dichiarazioni mie e della Raggi siano in perfetta sintonia), e si indigna per l’uso del termine «sindachessa», mentre non si risparmia indimostrati riferimenti alle presunte «forme mollicce» del mio sacro sedere: «Oltretutto le simpatiche contumelie coprofile sono state scagliate in Rete nei confronti di una donna, la sindaca Raggi, il cui ruolo è stato linguisticamente stuprato dal critico d’arte che l’ha chiamata volutamente “sindachessa” in senso chiaramente dispregiativo e sessista. E ci chiediamo appunto come un’altra donna, la Meloni, che appoggia Sgarbi, taccia nei confronti di questo indecoroso spettacolo. Se non dice niente, se non prende le distanze, allora anche ella sarà complice di questo personaggio. Pensate poi cosa potrebbe fare Sgarbi nel suo ruolo di assessore alla Cultura: una mostra itinerante di cessi d’epoca imperiale su cui adagiare le forme mollicce del sacro sedere del critico».

E non basta: si mettono tutti insieme, senatori deputati ed europarlamentari romani del Movimento due stelle (tante ne restano), per dire, compunti, quello che…

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