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Il conto salato del green pass: 100 miliardi di fatturato a rischio?

by Filippo Burla
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Roma, 17 lug – Non solo una questione di libertà personale, ma anche economica. Che può arrivare a costare fino a 100 miliardi di euro. E’ questo il potenziale conto, in termini di fatturato, del cosiddetto “green pass” che il governo sta pensando di introdurre sul modello di quello adottato in Francia.

In attesa del parere del Cts, che dovrebbe arrivare entro l’inizio della prossima settimana, i primi dettagli iniziano a circolare. E ci parlano di un ventaglio assai ampio di attività che, senza la certificazione, non potranno essere svolte. Viaggi, bar, ristoranti, palestre, piscine, cinema, persino la spesa nei centri commerciali: accesso precluso in assenza di green pass. Nel frattempo il quadro si arricchisce con la possibilità che alcune regioni tornino in zona gialla. Ci sono insomma tutti gli elementi per parlare di una vera e propria “stretta”, sia essa diretta per quanto ad oggi improbabile (con le restrizioni dei colori) o indiretta (tramite, per l’appunto, il green pass).

Ecco quanto costerà il green pass

Il tutto, nel bel mezzo del picco della stagione estiva. Un dettaglio non da poco, dato che molte delle suddette attività (specialmente quelle della ristorazione) realizzano una parte non irrilevante del proprio fatturato proprio in questo periodo. Se green pass sarà, per calcolarne la portata non possiamo che partire dai dati sulle vaccinazioni. I quali ci offrono un quadro abbastanza problematico: tolte le fasce di età più elevata, che però allo stesso tempo hanno una minor propensione ad attività “sociali”, in quelle al di sotto dei 50 anni la percentuale degli inoculati con doppia dose è al di sotto del 50%, addirittura ben inferiore il 30% se restringiamo il campo a chi ha meno di 40 anni.

Parliamo di una platea di oltre 15 milioni di persone che non avranno diritto al green pass. Senza dunque la possibilità di andare al cinema, viaggiare per recarsi in vacanza e forse persino nemmeno andare banalmente al ristorante. Uno scenario che ricorda, per gli esercizi pubblici, quello del 2020, quando dall’estero gli arrivi si erano azzerati. Adesso i turisti stranieri hanno fatto timidamente ritorno, ma rischiano di venire quantitativamente “compensati” (in negativo) dagli italiani chiusi in casa. Il conto allora è presto fatto: l’anno scorso il comparto ha perso qualcosa come 100 miliardi, davvero vogliamo replicare per farlo finire definitivamente in ginocchio?

Filippo Burla

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