Bruxelles, 29 giu – L’Italia dovrà adeguarsi alla normativa dei Paesi comunitari e revocare il divieto sulla produzione di formaggi senza latte. Il diktat dell’Ue è giunto nelle scorse ore, tramite una diffida che impone, ancora una volta, un ridimensionamento della qualità dei prodotti alimentari comunitari.
Secondo la Commissione europea l’attuale normativa italiana che disciplina la produzione di prodotti caseari è troppo restrittiva. Bruxelles ci rimprovera di ostacolare “la libera circolazione delle merci”, a causa del divieto di utilizzo di latte in polvere, concentrato e ricostituito, nella lavorazione di formaggi e yogurt. La prima reazione ufficiale è giunta da Coldiretti, attraverso una nota diramata nella giornata di ieri.
“Siamo di fronte all’ultimo diktat di un’Europa che tentenna su emergenze storiche come l’emigrazione, ma che è pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi dei nostri prodotti alimentari” ha dichiarato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti. Secondo il numero uno dell’associazione “l’autenticità e la qualità delle materie prime adoperate” ha garantito alla filiera dell’industria casearia italiana primati internazionali, confermati dalla crescita del 9% delle esportazioni di formaggi e latticini nel primo trimestre del 2015.
L’associazione dei coltivatori diretti italiani denuncia, inoltre, “le alchimie negli ingredienti che hanno snaturato gli alimenti”. Tra gli esempi più noti la possibilità di manipolare la gradazione dei vini grazie all’aggiunta di zucchero, l’utilizzo dei cosiddetti wine-kit, una sorta di vini in polvere da diluire nell’acqua e, ancora, la possibilità di produrre cioccolata senza cacao, grazie all’utilizzo di surrogati di varia natura. La strada indicata dalle lobby che legiferano in ambito comunitario appare sempre più chiara: formaggi senza latte, olio senza olive, vino senza uva, cioccolato senza cacao, Europa senza europei.
Francesco Pezzuto