Roma, 11 lug – Lo scorso cinque luglio Apollo Global Management ha annunciato che “alcuni fondi gestiti da proprie affiliate (i “Fondi Apollo”) hanno sottoscritto i contratti definitivi per l’acquisto di una partecipazione di maggioranza in Reno De Medici Spa”. In pratica, il colosso del private equity vuole “comprare” il 67% della società italiana. Attualmente il pacchetto azionario è suddiviso tra la Cascades Inc. con il 57,60 %, la Caisse de dépot et placement du Québec mentre il “flottante libero” è pari al 32,92%. L’obiettivo finale dei dirigenti statunitensi – come si evince dal comunicato stampa ufficiale – è lanciare “l’opa sulle azioni residue finalizzata al delisting”. In pratica, l’azienda sarà rilevata completamente dagli americani. Rimane comunque un dubbio: come mai un colosso della finanza è così interessato ad un’azienda di medie dimensioni? Per comprenderlo dobbiamo conoscere meglio la Reno De Medici (Rdm).
Reno De Medici: un’eccellenza italiana
Reno De Medici produce cartoncino patinato a base riciclata utilizzato principalmente per imballaggi e astucci pieghevoli in tutti i principali settori merceologici. È il secondo produttore in Europa, primo in Italia, Francia e nella Penisola Iberica. Insomma, non stiamo parlando di una “fabbrichetta”. L’azienda milanese non teme la competizione globale. Anzi, il gruppo (con 1.729 dipendenti) può contare su una presenza strategica a livello internazionale: 6 stabilimenti produttivi, 2 centri di taglio. Senza scordare la rete commerciale attiva in 70 nazioni.
Siamo di fronte ad una realtà industriale solida con i conti in ordine. Il fatturato nel 2020 è stato pari a 679 milioni di euro, mentre nel primo trimestre del 2021 i ricavi di vendita si sono attestati a 153 milioni di euro rispetto ai 151 del pari periodo 2020, con un utile netto di 4,9 milioni di euro (9,4 milioni al 31 marzo 2020). Inoltre, Rdm può giocare un ruolo importante nel giro d’affari legato all’economia circolare: il 100% dei prodotti venduti sono composti da materiali riciclati. In pratica è un veliero che può contare sul vento a favore. Infatti, anche nei mercati finanziari le cose andavano bene: quotazione sul segmento Star di Borsa Italiana e sulla Borsa di Madrid. Ovviamente, il fondo Apollo non poteva non lasciarsi sfuggire l’affare.
La strategia del fondo Apollo
Non dobbiamo trascurare il fatto che il gruppo newyorkese ha creato di recente Apollo Impact: una piattaforma di private equity a supporto della green economy. Non sorprende, dunque, l’interessamento nei confronti della società milanese: potrebbe essere il primo tassello di una strategia più ampia.
A confermarcelo è il manager più importante all’interno della nuova divisione “ecologica” Marc Becker (Senior Partner e Co-Lead di Apollo Impact). Becker sottolinea che “quale primo investimento guidato dalla piattaforma Apollo Impact, Rdm sposa appieno la nostra strategia di ricercare imprese valide in cui crediamo di poter orientare la redditività e le prestazioni al fine di incrementare gli effetti positivi per la società e per il pianeta”.
L’ennesimo delisting a Piazza Affari
Anche i contraenti italiani sono felici per l’accordo. Michele Bianchi, amministratore delegato del gruppo Reno De Medici, non nasconde il suo entusiasmo: “Guardando al futuro siamo altrettanto entusiasti dell’impegno, condiviso da Apollo, per l’economia circolare, di cui siamo sia contributori che beneficiari. Non vediamo l’ora di cimentarci sui nostri ambiziosi obiettivi di sostenibilità, così da contribuire ad un futuro migliore per tutti i nostri stakeholders”. Anglicismi a parte, anche in questo caso l’offerta pubblica d’acquisto è finalizzata alla cancellazione del titolo azionario dai listini di Piazza Affari (delisting). Purtroppo, ormai il problema è patologico. I casi cominciano ad essere troppi: non solo Parmalat ma anche il Credito Valtellinese e a FriulAdria.
Non è solo un problema per addetti ai lavori. I troppi “delisting post-Opa” hanno indebolito la piazza finanziaria, già agli ultimi posti in Europa per capitalizzazione di mercato rispetto al Pil. Anche se abbiamo messo Piazza Affari in mano agli stranieri, cerchiamo almeno di evitare che sia la Cenerentola d’Europa.
Salvatore Recupero
1 commento
[…] Reno De Medici: un’altra eccellenza italiana preda di un fondo straniero proviene da Il Primato […]