Roma, 18 giu – Crollo dei consumi, mai così dal dopoguerra: -2.000 euro a testa, è il conto presentato da lockdown e chiusure anti-Covid. Con un calo complessivo dei consumi dell’11,7%, pari ad oltre 126 miliardi di euro, il 2020 ha registrato il peggior dato dal secondo dopoguerra. A lanciare l’allarme sono i dati di Confcommercio.
Crollano i consumi, mai così male dal dopoguerra
Sul calo verticale dei consumi pesa la riduzione del 60,4% della spesa dei turisti stranieri, pari ad una perdita di circa 27 miliardi di cui 23 concentrati prevalentemente nelle regioni del Centro-Nord, con Lazio e Toscana in testa. E’ quanto emerge dal rapporto di Confcommercio sui consumi 2019-2021 e nel quale si sottolinea che il crollo della domanda ha comportato, mediamente, “una perdita di oltre 2.000 euro a testa” rispetto al 2019, riportando i consumi “ai livelli del 1995”.
Sud ancora una volta il più colpito
Per quanto riguarda la spesa pro capite, il crollo della domanda dovuto a chiusure e restrizioni imposte con la pandemia al Sud appare ancora più rilevante con un valore dei consumi inferiore rispetto all’inizio delle serie storiche. Significative le differenze a livello regionale nella spesa per abitante. Si va dagli oltre 24mila euro della Valle d’Aosta ai poco più di 11.700 della Campania. Il record negativo della regione risiede, in parte, nell’essere l’unico territorio meridionale a non aver conosciuto significative perdite di popolazione residente tra il 1995 ed il 2020.
Crolla del 60% la pesa dei turisti stranieri
La spesa sostenuta dai turisti stranieri, che nel 2019 rappresentava oltre il 4% dei consumi sul territorio nazionale, ha registrato nel 2020 una contrazione notevole, con una riduzione complessiva di circa 27 miliardi (-60,4%). Il fenomeno, pur diffuso, ha colpito in misura più rilevante le regioni del Centro-Nord (-23 miliardi circa), territori nei quali l’incidenza di questa voce sulla spesa è storicamente più elevata. Si registra poi una profonda sofferenza nelle regioni in cui il turismo ha connotati meno stagionali e dove le città d’arte costituiscono un polo d’attrazione, soprattutto in primavera ed in autunno, come Lazio, Toscana, Campania, Sicilia, Veneto e Lombardia.
Spesa stranieri, Calo maggiore nel Lazio
In termini percentuali il calo maggiore si è registrato nel Lazio (-75,2%) a cui si contrappone la quasi tenuta della Valle d’Aosta (-6,9%) regione in cui il turismo straniero, però, svolge un ruolo cruciale. Infatti qui rappresenta una quota sui consumi interni della regione del 14,5%. Il deciso aumento registrato in Molise, invece, statisticamente rappresenta una distorsione attesa determinata dai numeri molto piccoli del turismo straniero in questa regione.
La ripresa non farà recuperare neanche un terzo delle perdite
Per il 2021 si prevede una crescita dei consumi interni del 3,8%, con l’avvertenza che i rischi di una sovrastima sono oggi inferiori ai rischi di una sottostima della crescita effettiva della spesa sul territorio. Confcommercio spiega come le previsioni per il 2021 restino molto caute, soprattutto per le incognite sulla ripartenza del turismo internazionale. Questo comporta che, in valore assoluto, la spesa pro capite, mediamente, non riuscirà a recuperare nemmeno un terzo di quanto perso durante la pandemia. E il recupero sarà ancora più difficile al sud, dove la domanda per consumi si stima che crescerà del 3,2%. Più intensa invece dovrebbe risultare la ripresa nel centro, con il Lazio regione più dinamica in assoluto. Crollo nel 2020 e ripresa nel 2021 dovrebbero complessivamente comportare infine che nella media del biennio si brucino tra il 4,4% (Abruzzo, la regione migliore nel complesso) e l’11,4% (Veneto, la regione più colpita) dei consumi pro capite regionali.
Ludovica Colli