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Crisi bancarie, non bastava il bail in: ora la Bce punta ai conti correnti

by Filippo Burla
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Roma, 19 nov – Il bail in, la procedura di risoluzione delle crisi bancarie con la quale si colpiscono azionisti, obbligazionisti e clienti per salvare gli istituti in difficoltà? Un retaggio del passato: la nuova frontiera sono direttamente i conti correnti. Compresi quelli al di sotto dei 100mila euro, fino ad oggi ritenuti (più o meno) al sicuro.

La Brrd – Bank recovery and resolution directive – lo strumento con cui la Bce ha tentato, con risultati pericolosi per l’economia, di arginare le difficoltà in cui versano tutt’oggi le banche del vecchio continente (e principalmente le italiane) non smette mai di stupire. Non bastassero i guai già provocati, da Etruria in avanti, ora l’istituto guidato da Mario Draghi ha deciso di mettere mano alla direttiva al fine di intervenire precocemente sulle situazioni di crisi.

La mini-riforma, fortemente sponsorizzata dalla Germania, prevede che oltre al bail in, nei casi più gravi le autorità competenti adottino tutte le misure necessarie compresa la facoltà, spiega la Bce “in circostante estreme”, di “sospendere i pagamenti”. Tradotto: tutti i conti correnti potranno essere congelati, il tutto in attesa di “provvedere alle consultazioni e, in seguito, intraprendere i passi formali necessari per preparare la risoluzione”. Non si tratta di una novità in assoluto, visto che tale facoltà è già prevista dal nostro Testo unico bancario. Il timore è che, con il passaggio progressivo di sempre maggiori competenze in mano a Francoforte, l’eurotower agisca senza alcun controllo di natura politica rischiando così di produrre una crisi di fiducia senza precedenti. Perché è vero, il Fondo interbancario di tutela dei depositi copre teoricamente ancora i conti correnti fino ad un ammontare di 100mila euro. Ma, a fronte di una dotazione sulla carta da almeno 2 miliardi di euro, al 31 dicembre 2016 nelle casse del Fondo – che in questi ultimi anni ha avuto parecchio lavoro da sbrigare e già pochi mesi fa era in affanno – risultavano presenti 64 milioni. Abbastanza dunque per coprire non più di 640 correntisti. E gli altri?

Filippo Burla

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