Roma, 12 feb – Dopo i dati dell’Agenzia delle Entrate, anche Equitalia segna un nuovo record. L’anno scorso, stando ai numeri appena comunicati, la società specializzata nella riscossione ha recuperato 8,7 miliardi di euro, segnando un +6,17% rispetto al 2015, con una differenza positiva pari a mezzo miliardo di euro.
L’incremento degli incassi è distribuito uniformemente in tutta Italia, da Nord a Sud e conferma che “le riforme messe in atto dal governo in questi tre anni, l’impegno alla lotta all’evasione e al recupero delle risorse con nuovi strumenti, così come i nostri progetti per costruire un nuovo rapporto coi cittadini grazie anche all’impegno e alla professionalità dei dipendenti vanno nella giusta direzione”, spiega Ernesto Maria Ruffini, ad della Spa controllata da Agenzia delle Entrate ed Inps, destinata tuttavia a breve a confluire all’interno della prima nel novero della riorganizzazione del sistema degli enti fiscali. Proprio l’Agenzia delle Entrate è la principale beneficiaria del risultato, con 4,66 miliardi riscossi (+9,75% sul 2015), seguono Inps (2,5 miliardi, +5,5%) e Inail, che incassa 117 milioni, il 4,7% in più rispetto all’anno precedente. Saldo positivo anche per le regioni, Lazio, Lombardia e Campania in testa, mentre cala leggermente la riscossione effettuata per conto dei Comuni, molti dei quali operano però con società autonome.
Al netto delle somme destinate all’Agenzia delle Entrate (che confluiscono nel 19 miliardi di sua competenza), il totale recuperato ammonta dunque a circa 23 miliardi di euro. Una somma che batte ogni precedente storico, ma sulla cui destinazione è lecito nutrire più di qualche dubbio. Da sempre, infatti, l’impegno connesso alla lotta all’evasione è sempre legato alla promessa di ridurre il carico fiscale, ormai a livelli insostenibili. Bene, ecco allora le somme disponibili: 23 miliardi che significano, per esempio, quasi 10 punti in meno di cuneo fiscale sul lavoro – che, a differenza dell’articolo 18, è il vero motivo per il quale le imprese non assumono – oppure qualcosa come 7 punti in meno di Irpef sui redditi medi (le aliquote del 27 e del 38%). Senza considerare Irap, Ires o gli altri scaglioni sempre dell’Irpef. E invece? Invece il superlavoro di Equitalia, insieme a quello dell’Agenzia delle Entrate, come già detto finirà a bilancio solo per soddisfare le esigenze Ue di rispetto dei cervellotici parametri comunitari. Così Bruxelles, insieme alla crescita, ci frega pure la riduzione delle tasse.
Filippo Burla