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Banche, arriva garanzia pubblica sui crediti. E noi paghiamo

by La Redazione
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Renzi DraghiRoma, 15 gen Si rafforzano le indiscrezioni relative al decreto del governo, denominato investment compact, che prevede la possibilità di fornire garanzia pubblica sui crediti a rischio detenuti dal sistema bancario italiano. Il decreto si inserisce nello spiraglio aperto dalla Banca centrale europea, con il suo programma di acquisto di Abs – “Asset-backed securities” e nell’alveo delle previste operazioni di quantitative easing per cui Draghi, ha già avuto un primo beneplacito dalla Corte di giustizia.

Stando alle prime bozze, il programma della Bce prevederebbe l’acquisto, a prezzi scontati, di mezzanine tranche (crediti a medio rischio) coperti da garanzia pubblica, oltre che tranche di qualità più elevata, di titoli derivati che raccolgano parte dei crediti deteriorati in pancia alle banche italiane.  L’operazione, che dovrebbe avere come limite massimo 500 miliardi di euro, potrebbe incidere per 50 miliardi sui 180 di sofferenze del sistema bancario italiano.

La strategia che sottende il citato investment compact è stata messa a punto dal presidente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, dall’ex direttore generale dell’Abi, Giuseppe Zadra e da Marcello Minenna della Consob e tenuta a battesimo da governo e tecnici del ministero del Tesoro. La relazione illustrativa della norma  è stata trasmessa a Mario Draghi ed alla Banca d’Italia, per le valutazioni del caso.

La prevista garanzia pubblica sull’acquisto di titoli strutturati degli istituti di credito, potrebbe scaricarsi sulle spalle dei cittadini. Come ha rilevato Federico Fubini su Repubblica: “Eventuali perdite ulteriori per circa il 40%, a causa dei default dei debitori, comporterebbero poi per il governo un indennizzo di 8 miliardi all’Eurotower”.Il decreto prevede, inoltre, delle novità normative e fiscali, per i grandi investitori esteri: è prevista una procedura di ruling, vale a dire un accordo preventivo, con lo Stato allo scopo di sottrarre dagli effetti di eventuali future modifiche in campo normativo e fiscale, i piani di investimento superiori ai 500 milioni di euro e di importo annuale minimi non inferiore a 100 milioni.

Ancora una volta, con la scusa di liberare risorse da immettere nell’economia reale, il governo punta ad avvantaggiare i soggetti economici  più forti. Laddove non hanno funzionato i vari Ltro e Tltro varati nel tempo dalla Bce, toccherà ai cittadini italiani farsi carico delle perdite del sistema finanziario.

Prossimo appuntamento alla riunione del Consiglio dei Ministri di martedì 20 gennaio.

Domenico Trovato

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