Atene, 3 lug – Il governo greco non sembra avere dubbi: “se vince il No sarà migliore l’accordo con l’Ue”, ha dichiarato Tsipras. In caso di vittoria del “si” invece il premier ellenico ha lasciato intendere di essere pronto alle dimissioni: “allora avvierò le procedure previste dalla Costituzione”. A quel punto la proposta delle istituzioni e delle organizzazioni internazionali, nella fattispecie soprattutto Commissione Europea, Bce e Fmi, avrebbe il via libera per diventare legge. In questo caso Tsipras ha affermato che non metterà la sua “poltrona” al di sopra gli “interessi della Nazione”.
A due giorni dal referendum giunge poi il monito degli industriali greci ad esortare i connazionali a votare “si” senza indugio. Lo spauracchio agitato è quello di una “nuova Argentina” in caso di vittoria del “no”, il rischio cioè di un crack devastante per l’economia della Grecia. La Federazione ellenica delle imprese (Sev), nel bollettino settimanale diffuso ieri, non ha esitato infatti a tracciare parallelismi tra le condizioni finanziarie delle due nazioni. Un’analisi seguita dalla dichiarazione congiunta della Sev e di tutte le associazioni degli industriali greche: “Sì alla salvezza di migliaia di posti di lavoro e al ritorno alla normalità. Uniamo le nostre voci per cercare di scongiurare il disastro che incombe e siamo preoccupati quando sentiamo affermazioni sulle cosiddette garanzie per la stabilità dell’economia e la sicurezza dei depositi bancari”, hanno scritto gli industriali.
Nel frattempo il quotidiano Kathimerini riferisce di situazione drammatica anche nelle Cicladi, le isole maggiormente interessante dal turismo, dove iniziano a scarseggiare farmaci e cibo. Secondo la Camera di Commercio delle Cicladi questi problemi sarebbero causati dal controllo dei capitali imposto dal governo greco che impedisce alle imprese locali di pagare i fornitori esteri. L’Associazione delle agenzie turistiche elleniche (Sete) ha tracciato poi un quadro per niente roseo: negli ultimi giorni il progressivo calo delle prenotazioni turistiche starebbe sfiorando il 40%.
Eugenio Palazzini
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