La prima tranche dei fondi «italiani» relativi al Recovery fund è stata versata dalla Commissione europea: 24,9 miliardi di euro – corrispondenti, precisamente, al 13% del totale previsto per la nazione – composti al 36% da aiuti a fondo perduto, che dovrebbero teoricamente coadiuvare la ripartenza economica in un’ottica indirizzata principalmente alla digitalizzazione e alla transizione ecologica.
Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di ottobre 2021
Conducendo un’analisi fattuale e tendenzialmente imparziale del «mondo» nel quale ci troviamo inseriti, appare chiaro quanto le numerose e articolate condizionalità collegate ai fondi del Next generation Eu riguardino ambiti di interesse per ogni singola nazione europea. La contraddizione principale, tuttavia, è a monte, e si fonda sull’insensatezza del dualismo teoria-pratica che la stessa Unione europea teorizza nel suo sito ufficiale. L’Ue, infatti, non può prefiggersi di centralizzare le scelte di investimento, garantendo contemporaneamente di rispettare la ricchezza della diversità europea. In un’unione di nazioni diametralmente opposte territorialmente e culturalmente, è impensabile imporre una linea che le contenga tutte, perché basata imprescindibilmente su un approccio comune inattuabile.
Così il Recovery fund smonta un altro pezzo della nostra sovranità
Anche se si tralasciasse il problema della centralizzazione, inoltre, si incapperebbe ugualmente in un’altra contraddizione del Next generation Eu, che nasce dalla necessità di ripartire dopo la recente e persistente crisi economica. Il fondo di ricostruzione pensato dall’Unione europea, infatti, esula dalla mera necessità di stimolare le economie nazionali, diventando un’occasione grazie alla quale «calare dall’alto» la sopramenzionata logica di avanzamento tecnologico, idealmente auspicabile ma praticamente errata.
La contraddizione è, tuttavia, più mediatica che concreta. Se da un lato, infatti, i media mainstream hanno inculcato nella popolazione l’idea inesatta che il Recovery fund sia stato ideato appositamente e unicamente per stimolare la ripresa economica post-Covid, dall’altro è la stessa Commissione europea – tramite il suo sito ufficiale – a chiarire ogni dubbio nella primissima riga dell’introduzione del Piano per la ripresa dell’Europa: «Next generation Eu non è soltanto…