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Ecco la nuova Alitalia nel segno dell’Ue: stipendi Ita dimezzati

by Filippo Burla
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Roma, 25 set – La “nuova” Alitalia esordisce nel segno della deflazione salariale. Dimezzando gli stipendi di Ita, la realtà sorta dopo un lungo confronto tra governo e Ue. Un’eutanasia programmata, dato che l’esecutivo (Conte prima, Draghi dopo) si è letteralmente piegato ai voleri di Bruxelles. La Commissione ha imposto, Palazzo Chigi ha eseguito senza fiatare. E nel tritacarne, neanche a dirlo, finiscono i lavoratori.

Stipendi Ita: comandanti -50%, hostess e steward -35%

A partire, anzitutto, da quelli che non transiteranno dalla vecchia società. Sono almeno 7mila i dipendenti, almeno inizialmente, in esubero: la nuova realtà dell’aviazione tricolore parte con 2800 lavoratori rispetto agli attuali 10mila di Alitalia. Non si può però parlare di “fortunati”, dato che dovranno fare i conti con buste paga sensibilmente più leggere.

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I numeri si desumono dal “Regolamento aziendale applicabile al personale di Italia Trasporto Aereo”, che mette nero su bianco le cifre in assenza di un contratto collettivo al quale non si è potuto addivenire in mancanza di un accordo con le controparti sindacali. Ebbene, gli stipendi di Ita sembrano una vera e propria spremuta di sangue. Un comandante, ad esempio, percepirà poco più di 6mila euro lordi rispetto agli oltre 12mila che guadagnava con Alitalia. Praticamente la metà, addirittura meno delle somme pagate dalle non generosissime low cost. Va persino peggio (-55% circa) ai primi ufficiali, che passeranno da 8mila a 3500 euro. Poco da gioire anche per hostess e steward: qualora riuscissero a conservare il posto, vedranno il lordo scendere da 2500 a meno di 1700 euro.

Vero che la pandemia, avendo quasi azzerato l’attività del settore, ha portato ovunque nel mondo ad un giro di vite sui trattamenti economici del personale. Alitalia, però, partiva già da un livello più basso rispetto ai concorrenti. D’altronde, nonostante la vulgata, il costo del personale non è mai stato un problema per la vecchia compagnia di bandiera. I nodi erano semmai altri – la gestione della flotta, la redditività, le quote di mercato – e Ita non sembra minimamente attrezzata per affrontarli. Non è nata per questo.

Filippo Burla

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