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Nutri-Score, l’ultima euro-minaccia che massacra il cibo italiano

by Lorenzo Zuppini
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Nutri-Score, euro etichetta

Roma, 5 dic – I burocrati europei debbono annoiarsi parecchio se, stringi stringi, occupano il loro tempo intonando Bella Ciao e approvando un aggiuntivo sistema di etichettatura denominato Nutri-Score che, tramite lettere colorate, denuncerà gli alimenti nocivi alla salute. Si tratta, nel primo caso dei nipotini dei partigiani che si esaltano pensando al fascismo da combattere, e nel secondo caso di un logo applicato ai prodotti che completa la dichiarazione nutrizionale obbligatoria stabilita dalla normativa UE. Una striscetta colorata con la A che corrisponde al verde, la B che corrisponde al verde chiaro, la C al giallo, la D all’arancione e la E al rosso.

Funziona come un semaforo: se verde, si può consumare l’alimento in tranquillità, se rosso, si deve esser terrorizzati alla solita idea di ingerirne una parte. Per fare qualche esempio concreto: il salame a fette una E, il Parmigiano Reggiano idem, stessa cosa per il Pecorino romano, il Gorgonzola invece una D come il prosciutto San Daniele. Tra le bevande più consigliate dal fenomenale, si fa per dire, sistema di etichettatura, vi sono la Pepsi light, la Coca Cola zero e la Red Bull sugar free.

A rimetterci saranno i prodotti italiani

Sembra assurdo, ma tant’è. E il bello della questione è che, ça va sans dire, a rimetterci saranno i prodotti italiani che, invidiati e copiati in tutto il mondo, si attestano su colorazioni preoccupanti. Lo speck, per dire, è rosso fuoco, come se fosse mortale ingerirne una fetta, o come se avessimo bisogno di sapere che non è il caso di mangiare un chilo ogni giorno della settimana. Epperò, se anche lo volessimo fare? Per quale motivo i consumatori dovrebbero essere sottoposti a questo fuoco di sbarramento che vuole indurli ad acquistare e consumare determinati prodotti anziché altri? Ironia della sorte, questo sistema di etichettatura è stato ideato dalla Francia e adottato successivamente anche da Spagna e Belgio. E chissà se, in quest’ultimo caso, dato il montante consenso che stanno avendo i partiti islamici radicali, l’etichettatura assolva anche alla necessità di sconsigliare alla cittadinanza di consumare carne di maiale.

Fatto sta, però, che la Dg Sante, ossia la direzione generale Salute e sicurezza del cibo, ha valutato positivamente tale sistema colorato. Si tratta di un mero apprezzamento, ma è evidente che potrebbe costituire la base per l’estensione del sistema Nutri-Score a tutti i paesi membri dell’Unione. Dobbiamo già sorbirci l’intransigenza burocratica di legislatori che partendo da ottime intenzioni come quella di impedire ai giovani di fumare, potranno un giorno, sulla base delle medesime buone intenzioni, imporre l’educazione di genere nelle scuole o sistemi di sensibilizzazione alla causa del “migrante” clandestino, come peraltro già avvenuto a Modena dove dei bambini sono stati bendati e fatti salire su un gommone per farli mettere nei panni degli immigrati. Il tutto nel nome dell’educazione, della crescita personale, dell’ammorbidimento dell’anima.

Il consumo indotto

E dire che oggi c’è chi apprezza un sistema di terrorismo psicologico per il quale degli sconosciuti burocrati possono veicolare le scelte di milioni di consumatori sulla base del loro bene. Ma del nostro bene possiamo occuparcene da soli, individualmente e senza subire le pressioni delle interessate alte sfere oltretutto facenti capo a nazioni straniere. Ognuno di noi sa meglio di chiunque altro cosa sia più adeguato per sé stesso, dunque i pareri pelosi delle amministrazioni estere ed europee debbono essere valutati con estrema serietà, senza farsi travolgere dall’idiota concetto di bene universale per il quale nella storia sono state commesse le peggiori atrocità.

L’allarmismo organizzato, si veda il verdetto infausto sul consumo di carne rossa, ha come sol fine quello di guidare agli acquisti il consumatore, senza riconoscergli la libertà di scegliere e di farsi male come vuole. Finendo poi per dare spago a qualche esaltato che utilizzerà sistemi come il Nutri-Score, come è accaduto coi pareri dell’OMS, per imbastire false campagne salutiste che però hanno lo scopo di intimidire i consumatori che vorrebbero acquistare i suddetti prodotti.

Lorenzo Zuppini

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3 comments

Anton 5 Dicembre 2019 - 4:10

Insomma: verrebbero bocciati tutti i prodotti della francese Lactalis (da Parmalat a Cademartori, a Invernizzi a Galbani, Locatelli, etc.)…

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Giorgio 5 Dicembre 2019 - 5:00

Un litro di Pepsi light o Coca Cola, un Mars, un Bounty e uno Snikers, un bel bel Big Mac e magari una fettina di formaggio Caprice des Diex, un bel pacchetto di Marlboro -light eco insostenibili…- o per fare piacere al telegenico Macron delle Gitanes senza filtro (una carezza ai polmoni): tutto verdone o verdino ? mica come il Parmigiano !

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Fabio Crociato 5 Dicembre 2019 - 5:40

Per fatturare abbiamo esportato anche schifezze, abbiamo lasciato agli italiani dei prezzi assurdi sui ns. prodotti (per calo di quantità disponibili in loco e necessità di giustificare e dare +margine sui prezzi nel mercato mondiale), e ora ci lamentiamo? Come italiano nei supermercati esteri ho trovato ben poco di buono italiano e gl’ altri, mica scemi, fanno i loro interessi! Meno propaganda, far mangiare bene a giusto prezzo sul territorio nazionale ed esportare meno, ma con più intelligenza. Il cliente non è scemo e certe fregature ce le siamo cercate!

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