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Prysmian: ecco perché bisogna tutelare la produzione nazionale

by Salvatore Recupero
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Prysmian battipaglia

Roma, 06 feb –  Il sito della Prysmian di Battipaglia nel salernitano è in pericolo. I sindacati già sono sul piede di guerra: si tratta di uno stabilimento che dà lavoro direttamente a 300 persone senza contare i 600 dell’indotto. La notizia dovrebbe stupirci. Il Piano Italia a 1 Giga vuole digitalizzare l’Italia. La Prysmian è leader nella produzione di cavi e fibra ottica. Quale migliore incontro tra domanda e offerta? Purtroppo, però, pare che lo stato preferisca altri fornitori (per la precisione cinesi). Ecco perché gli operai di Battipaglia rischiano di diventare esuberi. Andiamo con ordine.

Le preoccupazioni dell’azienda

Lo stabilimento campano già da mesi era considerato a rischio. A dirlo (seppur non direttamente) era l’amministratore delegato Valerio Battista di Prysmian in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore lo scorso novembre. L’ad denunciava che in Italia non era in grado di fare un piano d’investimenti così come era stato fatto in Francia. Eppure da Battipaglia “escono 8 milioni di chilometri di fibra ottica. Dei quali nel mercato nazionale sono venduti appena 500.000 chilometri”. Lampante, spiega Battista, è la differenza con quel che accade in Francia. “Lì sono stati imposti standard per la realizzazione delle reti in fibra ottica. In Italia no”. Mentre la Francia, per la realizzazione delle reti in fibra ottica, ha deciso di porre come vincolo l’utilizzo delle fibre più performanti e resistenti alle piegature, in Italia questo non è finora avvenuto. E il rischio è che non avvenga neanche con il “Piano Italia a 1 Giga”.

L’amministratore delegato auspica che anche il nostro governo promuova l’utilizzo di fibra ottica di qualità e di produzione nazionale e europea. È chiaro che in assenza di un cambio di rotta l’azienda frenerà gli investimenti a Battipaglia dove negli ultimi dieci anni (a detta della dirigenza) “ci ha rimesso quasi 200 milioni”.

I sindacati pronti alla mobilitazione

Ecco perché i rappresentanti dei lavoratori chiedono al governo l’introduzione di modifiche al bando nazionale per la fibra ottica. Su questa battaglia c’è l’impegno diretto del Vice Segretario dell’Ugl Luigi Ulgiati: “In ordine al Bando di gara nazionale per la fibra ottica si proceda con le dovute specifiche del MISE che salvaguardino la ricerca e la qualità della fibra prodotta in Italia contro il prodotto di importazione cinese o sarà mobilitazione”.

Ulgiati sottolinea come: “Il Ministero dell’Innovazione Tecnologica e della Digitalizzazione, piuttosto che privilegiare nel bando di gara nazionale della fibra ottica un prodotto di elevata ricerca e qualità come quello prodotto negli stabilimenti della FOS (Prysmian spa) di Battipaglia, ha invece optato per una fibra di media o scarsa qualità, importata dalla Cina, che come primo effetto dirompente metterebbe da subito a rischio ben 300 posti di lavoro dell’azienda specializzata nella produzione di fibra ottica ed altri 600 dall’indotto”.

Non si tratta di una semplice vertenza riferita ad un sito ma di una questione d’interesse nazionale. “La produzione della fibra ottica italiana – rileva il dirigente sindacale– deve essere considerata un asset strategico per l’Italia al pari degli altri Paesi Europei, i quali indicano la fibra Prysmian nei loro bandi di gara, proprio a tutela dell’indotto”. Alla luce di quanto detto non è difficile comprendere lo spostamento degli investimenti della Prysmian fuori dai confini nazionali.

Per questo, conclude Ulgiati “Non accetteremo che il bando di gara della fibra ottica nazionale non preveda l’assoluta salvaguardia dei posti di lavoro della FOS Prysmian e siamo pronti da subito a dare seguito ad iniziative di mobilitazione qualora il Governo non intervenga dando garanzie in merito e indicando le specifiche sul ministero competente”.

Il governo dei migliori e l’interesse nazionale

Ora la palla passa al governo. L’Italia ha destinato 3,6 miliardi di euro per lo sviluppo della banda ultra-larga. Dei bandi di gara si occuperà Infratel (Infrastrutture e Telecomunicazioni per l’Italia), la società del ministero dello Sviluppo economico, parte del gruppo Invitalia, descritta come il “soggetto attuatore” dei piani del governo sulla banda larga e ultra-larga. Il piano “Italia a 1 Giga” sulla banda ultra-larga prevedrà la stesura di milioni di chilometri di fibra. Copieremo il già citato modello francese? Oppure appalteremo per intero l’infrastruttura ai cinesi? La risposta sarebbe scontata se fosse veramente il governo dei migliori.

Salvatore Recupero

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2 comments

Prof. Massimo Sconvolto 6 Febbraio 2022 - 9:11

Secondo voi a fondi esteri
https://www.prysmiangroup.com/it/investitori/informazioni-azionisti/capitale-azionariato

frega qualcosa dell’Italia?

E lo abbiamo già visto anni fa con la delocalizzazione in Romania
https://www.polimerica.it/articolo.asp?id=14116

della produzione di Ascoli
https://x.facebook.com/PresidioPrysmianAscoli/

Possiamo solo far sgonfiare la borsa togliendogli i nostri soldi e poi quando sarà tutto crollato con i soldi da parte vendendo oggi a prezzi gonfiati ricomprarci le eccellenze nazionali.

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Cesare 6 Febbraio 2022 - 10:34

Le elites massonico talmudiche anticristiane che hanno il controllo tutto privato dell’ emissione della moneta prodotta a costo zero hanno demolito anche l’Italia.Hanno posto regole ecologiche assurde e irraggiungibili ed, insieme al coronatruffa, sono riusciti a mettere in ginocchio le imprese e partite IVA italiane riducendoci a schiavi che si vendono a 2 lire.
I morti reali del coronatruffa , come detto anche dal Prof Giorlandino e da Crisanti, sono tra le 40-50 al giorno anzichè 400 come dichiarato dai loro tg e giornaletti!!!

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