Gli autori dello studio ci spiegano come nel 2007, in Italia, il tasso di occupazione tra gli immigrati adulti risultasse di nove punti superiore a quello degli italiani. Per avere un’idea: in Paesi come la Svezia, l’Olanda, la Finlandia, la Francia e la Danimarca, il tasso di occupazione dei locali è tra i 10 e i 17 punti più alto di quello degli immigrati. Gli studiosi spiegano che nei Paesi del Nord Europa il tasso di laureati è molto superiore a quello del Meridione del continente. Il mercato del lavoro, quindi, richiede competenze molto alte. Nei Paesi del Sud Europa, invece, gli stranieri entrano direttamente in competizione con i lavoratori locali. Il risultato è che “la migrazione ha un effetto negativo sull’occupazione dei nativi nei Paesi periferici“, cioè quelli del Sud Europa. Sì, avete capito bene: gli economisti spiegano che l’immigrazione fa male ai lavoratori italiani. In altre parole, gli immigrati ci rubano il lavoro. Ora se ne sono accorti anche gli economisti.
Giorgio Nigra