Londra, 14 mar – “E’ uno dei più grandi spostamenti di persone nella storia dell’umanità. Davvero enorme. Ed esserne preoccupati è più che ragionevole”. A parlare dell’emergenza migratoria che l’Europa sta affrontando è Justin Welby, arcivescovo di Canterbury, massima autorità spirituale della Chiesa anglicana. Parole di buon senso che però, non a caso, qualche giorno fa il “Times” ha messo in risalto con un virgolettato che ne riassume l’importanza: “Welby: non è razzista temere l’immigrazione”.
Un titolo che centra appieno un concetto apparentemente ovvio ma che, nel dibattito politico strumentalizzato dall’ideologia, suona quasi come una novità, soprattutto rispetto al confronto politico italiano, laddove personaggi come il presidente della Camera Laura Boldrini non esitano ad etichettare come razzista qualunque dubbio sull’opportunità di un’accoglienza senza limiti. Dare del razzista con troppa facilità, ha aggiunto Welby, “è davvero oltraggioso, assolutamente oltraggioso”. La preoccupazione, ha spiegato il primate d’Inghilterra, è “del tutto ragionevole”, considerata l’ampia scala della crisi degli immigrati che arrivano in Europa. Posizioni che fanno riflettere considerando l’indice puntato nei confronti di chiunque osi pretendere una discussione seria sull’argomento, analizzandone cause, soluzioni, problematiche senza il velo dell’ideologia che copra gli occhi.
Va sottolineato, in ogni caso, che quella di Justin Welby è bel lontana dall’essere una mera strategia di difesa per nascondere un’ostilità personale rispetto al fenomeno. L’arcivescovo, infatti, ha altresì elogiato gli sforzi fatti dalla chiesa tedesca nell’accoglienza ed ha inoltre esortato i governi a dare risposte concrete ed ascoltare le preoccupazioni dei popoli. Ciò che importa maggiormente in questo caso, infatti, è semplicemente l’affermarsi di un messaggio che si oppone alla demonizzazione del pensiero differente per interessi di parte.
Emmanuel Raffaele