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Attacco al petrolio saudita, Trump accusa l’Iran. Teheran nega: “Pronti alla guerra”

by Adolfo Spezzaferro
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Teheran, 16 set – Donald Trump minaccia l’Iran: gli Stati Uniti sono pronti a reagire agli attacchi contro Riad. Ad annunciarlo il presidente Usa su Twitter. “Le forniture energetiche dell’Arabia Saudita sono state attaccate. C’è ragione di credere che conosciamo i colpevoli, siamo pronti e carichi in attesa della verifica, ma stiamo attendendo di sentire dal Regno saudita chi ritiene sia la causa di questo attacco, e in base a quali condizioni procederemo”, ha scritto Trump. Un funzionario della Casa Bianca ha rivelato alla tv Abc che Washington ritiene che il raid sia partito dall’Iran con “droni e 20 missili cruise”.

Teheran respinge le accuse

Teheran dal canto suo respinge le accuse, definendole “assurde, dietro gli attacchi all’impianto petrolifero di Abqaiq, che sono stati rivendicati dagli Huthi, gruppo armato yemenita a maggioranza sciita, accusato dal governo yemenita di avere legami con il governo iraniano (anch’esso a maggioranza sciita). In passato, il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha accusato l’Iran per gli attacchi di droni e ha affermato che “non ci sono prove che gli attacchi siano arrivati ​​dallo Yemen”. Pompeo ha dichiarato: “L’Iran ha ora lanciato un attacco senza precedenti a una delle forniture di energia più importanti al mondo“. Ieri alti funzionari statunitensi hanno citato valutazioni dell’intelligence, supportate da immagini satellitari, che proverebbero che ci sia l’Iran dietro gli attacchi.

Guardiani della rivoluzione: “Pronti a guerra su vasta scala”

I Guardiani della rivoluzione iraniana annunciano di essere pronti a una “guerra su vasta scala”. I missili iraniani – fanno sapere – possono colpire le basi e le navi statunitensi entro un raggio di 2.000 chilometri. Il generale di brigata Amir Ali Hajizadehha avverte che le forze iraniane sono pronte per un contrattacco se gli Stati Uniti rispondessero militarmente all’attacco della struttura petrolifera, indicando la base aerea di al Udeid in Qatar e la base aerea di al Dhafra vicino ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, come obiettivi immediati, oltre che navi della Marina Usa di stanza nel Golfo e nel Mar Arabico. Media arabi hanno puntato il dito anche contro le milizie sciite in Iraq, che avrebbero lanciato loro i droni per vendicarsi “dei recenti attacchi sulle loro basi”, attribuiti a Israele con l’appoggio logistico dell’Arabia saudita.

Sale il prezzo del petrolio

Intanto, come era ampiamente prevedibile, sale il prezzo del petrolio, con un balzo del 19 per cento, con il Brent quotato a 71,95 dollari al barile. Il West Texas Intermediate, riferimento per i prezzi in Nord America è cresciuto del 15 per cento, fino a 63,34 dollari al barile, per poi ripiegare nel corso della mattinata. A causa dei danni all’impianto di Abqaiq, l’Arabia Saudita ha dovuto ridurre la sua produzione di 5,7 milioni di barili, cioè di oltre la metà. In questo periodo Riad produceva in media 9,8 milioni di barili al giorno, e ne esportava sette. Sia gli Usa che la Corea del Sud hanno annunciato di essere pronti a usare le riserve strategiche di greggio per stabilizzare i prezzi.

Adolfo Spezzaferro

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rino 16 Settembre 2019 - 2:15

Godo! L’unico linguaggio che capiscono è quello dei soldi.

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Dimitri 16 Settembre 2019 - 9:31

Gli iraniani hanno armato e fornito di tecnologia le milizie sciite, in Yemen e Irak, ma anche a Gaza e in Libano. Non avete detto come sia possibile che l’Iran, un paese che ha una tecnologia ferma agli anni 70 abbia dei droni così efficaci e dei missili così potenti. Il suo fornitore piu disponibile e anche super pagato è la Cina. Tramite aziende cinesi gli sono stati migliorati i dispositivi di puntamento del gps dei missili. Tramite il governo cinese gli è stata data tutta la tecnologia nel settore aeronautico, informatico e perfino nel settore navale. Bisogna responsabilizzare la Cina. Non può fare affari con tutti i governi canaglia e poi fare affari con l’occidente. Hanno armato e dato segreti militari ai coreani e agli iraniani, anche sul nucleare. La Cina destabilizza l’economia mondiale, comprano petrolio dall’Iran a prezzi supercompetitivi e invece all’occidente bloccano l’arrivo del petrolio Saudita con l’attacco alla più grossa raffineria del mondo, facendo aumentare i prezzi a dismisura e danneggiando tutte le economie mondiali. Secondo me l’UE deve iniziare a cambiare metodo di dialogo con il governo Cinese, basta appoggiarlo in maniera diretta o indiretta. La Cina o rispetta le regole, oppure si mettano dazi sui loro prodotti. Non possiamo fare affari con chi cerca di colpire il maniera diretta o indiretta la nostra economia, non solo con la vendita sottocosto, non solo inquinando il mondo a dismisura, ma ora perfino fornendo armi e segreti industriali e militari a nemici dell’Occidente.

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