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Battisti in fuga. Gli improbabili identikit diffusi dalla polizia brasiliana

by Lorenzo Zuppini
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San Paolo, 17 dic – Dopo che il Tribunale Supremo Federale brasiliano ha emesso l’ordine di arresto per Cesare Battisti, e il presidente uscente Michel Temer ha dato il via libera all’estradizione, il terrorista del Pac non si trova. È scappato per l’ennesima volta, beffando tutti.
Per trovarlo la polizia federale brasiliana ha diffuso una ventina di travestimenti possibili che Battisti potrebbe aver adottato. In tutto 20 foto segnaletiche in cui il terrorista in fuga compare con i baffi, senza, con gli occhiali, con il cappello in varie fogge, con la barba, con i capelli più o meno lunghi. Tutti i possibili cambi di look che Battisti potrebbe aver adottato per rendersi irriconoscibile e riuscire così a sfuggire alla cattura, sono stati elaborati al computer in base a una serie di identikit messi a punto dai periti.

foto segnaletiche Battisti

Le foto segnaletiche dei possibili travestimenti di Battisti diffuse dalla polizia brasiliana


La polizia, infatti, non ha idea di dove possa essere Battisti, così come dice non averla nemmeno il suo avvocato, che riferisce di non avere sue notizie. L’ultima volta pare sia stato visto una quindicina di giorni fa, a Cananeia, sulla costa. C’è chi dice che il terrorista rosso sia già all’estero, e chi dice sia ancora nello stato di San Paolo. Per rintracciarlo, quindi, si è fatto ricorso agli identikit, e le autorità hanno chiesto la collaborazione di tutti. Se chiunque dovesse incontrare qualcuno che assomiglia alle foto si faccia vivo, al telefono o via mail, e gli verrà garantito l’anonimato.
Ecco quindi che Battisti appare in venti foto con svariati tipi di occhiali, da vista o da sole, e con cappelli e berretti tra i più diversi. Dall’elegante Panama, che non passa inosservato, al più sportivo berretto calato sugli occhi. E poi la barba: solo un accenno, un pizzetto marcato e tinto di scuro, oppure incolta e brizzolata. Lo stesso dicasi per il taglio di capelli. In tutte la stessa espressione sprezzante, di uno sicuro si farla franca.
Nel frattempo anche l’Italia si è mossa. Dopo il via libera all’estradizione un aereo militare italiano è atterrato all’aeroporto internazionale di Guarulhos, vicino a San Paolo, per riportare il terrorista in Italia dopo il suo arresto. Anche il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha lanciato il suo affondo: “Sto messaggiando con Bolsonaro e se nelle prossime ore mi arrivasse un invito, io lo prendo al volo e riporto in Italia un terrorista che ha morti e morti sulla coscienza e non deve starsene sulla spiaggia in Brasile ma in galera in Italia”. Prima, però, c’è da augurarsi che qualcuno lo riconosca e avverta la polizia.
Anna Pedri
 

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blackwater 17 Dicembre 2018 - 1:39

perchè non vi fate promotori attivi come Primato Nazionale della creazione di una vera e propria taglia in danaro da destinare a chi in Brasile possa dare delle precise indicazioni per la cattura di questo terrorista ?
opzione che potrebbe essere anche interessare anche a privati o PMC non necessariamente brasiliani.
per non chiedere semplicemente un’offerta e basta,potreste magari proporre una specie di “diploma”un certificato di donazione minima,partendo magari da 50 euro ai vari sottoscrittori.

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