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Brexit, Johnson pronto a espellere i dissidenti e chiedere elezioni anticipate

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Londra, 2 set – Boris Johnson non si ferma e va dritto verso la Brexit, disposto a tutto: sia ad espellere i parlamentari del suo partito che si mettessero di traverso sia – soluzione ancor più drastica – indire elezioni anticipate. Ma una cosa è certa: il premier Tory intende condurre il Regno Unito fuori dall’Unione europea il 31 ottobre, come previsto. Con o senza accordo. E a quanto pare niente e nessuno può fermarlo. Dopo aver deciso di sospendere il Parlamento dalla prossima settimana fino al 14 ottobre, Johnson a quanto pare ora è anche disposto a mandare tutti a casa. In caso di elezioni anticipate la prima data utile sarebbe il 17 ottobre, due settimane esatte prima dell’addio di Londra alla Ue.

Domani il voto sulla mozione anti uscita dalla Ue senza accordi

Domani è previsto alla Camera dei Comuni il voto sulla mozione che le opposizioni, Labour in testa, vogliono presentare per impedire al premier di fare la Brexit senza accordo con la Ue e quindi rinviare ulteriormente l’uscita. Ma Downing Street fa sapere che un “sì” al tentativo di sottrarre il controllo del calendario al governo per approvare una legge favorevole a un rinvio della Brexit equivarrebbe a “un voto di sfiducia” per il governo, chiamando pertanto in causa il voto anticipato. I Laburisti hanno intenzione di presentare una legge che impedisca il “No deal”, lo scenario più volte minacciato dal premier Johnson. E con loro, alla riapertura del Parlamento, potrebbero schierarsi i dissidenti Tory, che però sono stati minacciati dal premier di espulsione. Ma ecco che si torna al rischio di elezioni anticipate. Sì, perché l’eventuale espulsione dal gruppo parlamentare conservatore dei dissidenti, tra i quali spicca il nome dell’ex cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond, avrebbe l’effetto di annullare la maggioranza, già molto risicata. Scenario che potrebbe fornire a Johnson il pretesto per tornare al voto e incentrare tutta la campagna elettorale sulla Brexit.

Insomma, allo stato attuale il premier conservatore sembrerebbe avere la strada spianata per condurre il Regno Unito fuori dalla Ue, come chiesto dai cittadini con un referendum nel 2016.

Ludovica Colli

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