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Caccia russo precipita in mare durante appontaggio sulla Kuznetsov: è il secondo in meno di un mese

by Paolo Mauri
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aereo russo

Un Su-33 in appontaggio sulla Kuznetsov

Mediterraneo Orientale, 8 dic – Lunedì scorso un caccia imbarcato Sukhoi Su-33 “Flanker D”, versione navalizzata del famoso Su-27, è precipitato in mare a seguito di un appontaggio mancato sulla portaerei Kuznetsov che incrocia nel Mediterraneo Orientale al largo della Siria.

A riferirlo è un comunicato stampa del Ministero della Difesa russo rilanciato dalla Tass che riporta come il caccia, di ritorno da una missione di bombardamento in Siria, durante la fase terminale dell’appontaggio sulla Kuznetsov abbia ingaggiato il cavo di arresto rompendolo e quindi finendo oltre il margine del ponte di volo. Il pilota, che non è stato in grado di riprendere il controllo del velivolo, si è lanciato ed è stato recuperato poco dopo dagli elicotteri di soccorso della squadra navale russa. Meno di un mese fa, esattamente lo scorso 14 novembre, era avvenuto un altro incidente simile: un Mig-29K era precipitato in mare dopo aver esaurito il carburante mentre cercava di rientrare a bordo della portaerei. Quella volta però, l’incidente è stato causato da un problema ai cavi di arresto che ha inibito la possibilità di appontare: durante una serie di appontaggi ravvicinati, due cavi, il secondo ed il terzo per l’esattezza, ovvero quelli più consigliati per la manovra, si sono intrecciati richiedendo parecchio tempo al personale del ponte di volo per la loro rimessa in servizio; questo ha causato l’esaurimento del carburante dell’ultimo aereo in attesa, il Mig-29K, provocandone così la caduta in mare.
E’ quindi possibile che l’incidente occorso lunedì, che ha visto proprio spezzarsi uno dei due cavi coinvolti in quello del mese scorso, sia appunto da imputare a quanto capitato in occasione della perdita del Mig: l’intrecciarsi dei due cavi sotto l’enorme tensione di un appontaggio troppo “duro”, potrebbe averli lesionati ad un livello non riconoscibile ad una prima analisi in alto mare; successivamente questa lesione, a causa della serrata attività di volo effettuata in questi giorni di operazioni aeree in Siria, potrebbe aver portato alla rottura del cavo in occasione dell’appontaggio di lunedì. Secondo gli analisti occidentali questa serie di incidenti getta ombre sul livello della capacità operativa della componente aerea imbarcata russa.

Componente imbarcata che con quest’ultimo incidente si riduce ulteriormente, portando così a 12 gli aerei della Kuznetsov. Il Su-33, nato dal Su-27 negli anni ’80, si differenzia esteriormente da quest’ultimo per le alette canard e per il sensore Irst spostato lateralmente.
Il caccia inoltre dispone di sonda per il rifornimento in volo e di gancio d’arresto. Altre differenze rispetto al Flanker terrestre sono: l’irrobustimento della struttura, che tradisce il peso a vuoto maggiore, la lunghezza della fusoliera inferiore per guadagnare centimetri preziosi a bordo di una portaerei, il carrello modificato e rinforzato, le superfici alari pieghevoli, l’assenza del parafreno caudale e i propulsori potenziati.
L’avionica integra capacità aria terra e aria mare per assolvere alle capacità multiruolo richieste dalla Marina. Il Su-33 può svolgere anche il ruolo di tanker, con un apposito pod ventrale Upaz.

Nella giornata di ieri invece ha trovato la morte un Colonnello russo a causa di un bombardamento di mortai che ha colpito un’area residenziale nella parte occidentale della città di Aleppo nei giorni scorsi. Il Colonnello Ruslan Galitsky infatti è deceduto in ospedale a seguito delle ferite riportate dopo alcuni giorni di agonia. Il Colonnello faceva parte della missione dei consiglieri militari russi che stanno fornendo aiuto all’Esercito Siriano nella battaglia contro l’Isis.

Paolo Mauri

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