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Cile nel caos, già dieci morti. il presidente Pinera: “Siamo in guerra contro un nemico potente”

by Ludovica Colli
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Santiago del Cile, 21 ott – La situazione in Cile è esplosiva. Saccheggi, violenze e oltre 10 mila militari nelle strade, ma non si ferma la violenza nel Paese: i morti sono ormai saliti a una decina. Cinque sono rimasti asfissiati in una fabbrica di abiti che era stata assediata e saccheggiata durante gli atti vandalici che proseguono senza sosta, nonostante sia stato decretato lo stato di emergenza e instaurato il coprifuoco nella capitale Santiago. Centinaia i feriti Le proteste di piazza per gli aumenti annunciati dal governo si sono rapidamente trasformate in puro vandalismo e in un’ondata di furti. Finora sono state arrestate 152 persone per violenze, 40 per saccheggi e 70 per gravi aggressioni.

Pinera: “In guerra contro nemico potente e implacabile”

Il presidente Sebastian Pinera non esita a dire che il Paese sta vivendo una “guerra”, un conflitto contro un “nemico potente e implacabile che non rispetta nulla e nessuno”. Pinera ha denunciato che i gruppi violenti che stanno mettendo a ferro e fuoco il Paese sono “in guerra contro tutti i cileni che vogliono vivere in democrazia. Siamo in guerra contro un nemico potente e implacabile che non rispetta nulla e nessuno e che è disposto a usare una violenza senza limiti anche quando ciò comporta la perdita di vite umane, con l’unico scopo di produrre il maggior danno possibile“. Pinera ha detto di comprendere il malessere dei cittadini, ma ha precisato che le persone che causano incendi, barricate e saccheggi sono “veri criminali”. Contro questa violenza “organizzata” il governo ha schierato soldati e carri armati.

Neanche il coprifuoco ha impedito furti e devastazioni

Come spiega il generale Javier Iturriaga del Campo, nominato dal presidente capo per la sicurezza del Paese durante lo stato di emergenza, “prima di tutto, lo facciamo per proteggere la vita delle persone. Questa non è un’azione diretta contro i cittadini, questa non è una limitazione fine a se stessa”. “Spero che a partire dalle 19.00 tutto si calmerà e saremo tutti a casa”, ha aggiunto il militare durante una trasmissione al canale televisivo 24 Horas, rispondendo ad una richiesta di confermare l’introduzione del coprifuoco dalle 19 del 20 ottobre alle 6 del 21 ottobre ora locale (dalla mezzanotte alle 11 del 21 ottobre, ora italiana). Il ministro dell’Interno Andrés Chadwick ha annunciato che contro i manifestanti coinvolti nell’interruzione di pubblico servizio, danneggiamenti e distruzioni sarà applicata la legge di sicurezza interna, che prevede sino a 10 anni di carcere. Questa è la seconda volta che le autorità cilene impongono restrizioni alla circolazione dei cittadini. Il coprifuoco precedente era entrato in vigore alle 22 del 19 ottobre e si è concluso alle 07 del 20 ottobre, ma non è servito a placare la situazione.

L’aumento del biglietto della metro

Tutto è successo perché il 6 ottobre il governo cileno ha aumentato il prezzo del biglietto della metropolitana di 30 pesos cileni, portandolo da 800 a 830 (1,04 euro). Un aumento che il governo di centrodestra aveva calcolato in base all’inflazione e al costo della vita. A partire dal 18 ottobre le proteste di massa si sono via via trasformate in violenti scontri con le forze dell’ordine ed episodi di devastazione in tutta la città. I manifestanti hanno dato fuoco alla sede di Enel Endesa, la società che fornisce energia a tutto il Paese. Dal canto suo, la società dei trasporti ha dovuto sospendere i treni venerdì pomeriggio, proprio durante l’ora di maggior affluenza.

Passeggeri intrappolati in aeroporto per il coprifuoco

Centinaia di passeggeri hanno trascorso la notte intrappolati all’aeroporto di Santiago dove i loro voli erano stati cancellati a causa del coprifuoco. Stesi a terra accanto alle loro valigie, i viaggiatori non sono potuti salire sugli aerei ma neppure sono riusciti a rientrare in città, proprio a causa della restrizione della libertà di movimento decisa dall’esercito. Intorno alle 4 di mattina, tutti sono stati rifocillati con bevande e cibarie messe a disposizione dal dipartimento emergenza del governo insieme alla compagnia aerea Latam, la principale ad operare nella capitale.

Ludovica Colli

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