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Coronavirus, a “sorpresa” Wuhan rivede i numeri: i morti sono 1.290 in più

by Ilaria Paoletti
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Wuhan rivede i numeri del contagio da coronavirus

Pechino, 17 apr – Mossa “a sorpresa” quella del governo di Pechino che ha deciso di rivedere i numeri relativi ai morti per coronavirus nella zona del focolaio di Wuhan. Sebbene questa decisione porge il fianco a un’inevitabile polemica da parte di chi ha sempre accusato la Cina di non aver diffuso i veri numeri sull’entità del contagio, il governo pechinese sostiene che sia una “revisione conforme a leggi e regolamenti”.

Il numero dei contagi e dei morti a Wuhan

Il governo municipale di Wuhan, focolaio mondiale dell’epidemia di coronavirus, ha rivisto i numeri dei contagi e dei decessi che sono aumentati, rispettivamente, di 325 unità a 50.333 e di 1.290 unità: da 2.579 a 3.869 totali (l’aumento è pari al 50%). Secondo quanto riporta il South China Morning Post, il governo municipale di Wuhan ha dichiarato che inizialmente erano stati aggiunti 1.454 morti da coronavirus, ma erano poi stati tolti 164 casi che erano “doppioni” o erano in realtà risultato di altre malattie. Per quanto riguarda invece i contagi, erano stati aggiunti 542 casi che all’epoca non erano stati segnalati dagli ospedali, ma  217 “doppioni” sono stati rimossi dal totale.

Le cause degli “strani” numeri secondo Wuhan

“L’epidemia di coronavirus è l’emergenza di sanità pubblica più rapida e diffusa … dalla fondazione della Repubblica popolare cinese”, hanno affermato le autorità di Wuhan. Il governo ha affermato che l’aumento del bilancio delle vittime è dovuto principalmente al fatto che molte persone sono morte a casa nelle prime fasi dell’epidemia poiché le strutture mediche sono state travolte da un afflusso di pazienti. “Nella fase iniziale dell’epidemia, gli ospedali non avevano la capacità di ammettere e curare tutti i pazienti, un piccolo numero di ospedali non si collegava al sistema informativo di prevenzione e controllo delle malattie, molti ospedali furono sopraffatti nel tentativo di trasferire i pazienti e il personale medico era troppo impegnato a curare i pazienti. Tutti questi fattori hanno contribuito alla segnalazione tardiva, mancata segnalazione e segnalazione errata “, ha affermato un rappresentante del governo.

La Cina e la “macchina da guerra” contro il virus

Il governo ha anche affermato che il numero di strutture mediche designate per i pazienti con covid-19 è aumentato rapidamente e varie entità, dal governo provinciale alle imprese private, sono state coinvolte nella loro gestione. Alcuni di questi organismi non hanno riportato i numeri in modo tempestivo e alcune informazioni sulla registrazione della morte non includevano sufficienti dettagli, portando a duplicati, errori e falsi rapporti. “I dati sull’epidemia riflettono la vita e la salute del pubblico, nonché la credibilità del governo”, ha affermato l’autorità municipale. Insomma, la Cina ha confermato infine di non essere quella macchina da guerra che in poche settimane avrebbe spezzato le reni a un virus che ha messo in ginocchio tutto il mondo. E dire che qualche “sospetto” su ciò già era nato.

Le statistiche “sospette” della Cina

Secondo le statistiche diffuse in tempo reale dalla mappa dell’università Johns Hopkins, al 30 marzo 2020, la Cina – luogo dove tutto è iniziato e dove il virus ha circolato per settimane se non per mesi prima che venissero prese delle contromisure – avrebbe avuto meno di un terzo dei morti ufficiale dell’Italia, meno della metà della Spagna e a breve sarà superata anche da Iran e Francia. Anche il numero dei contagiati è sorprendente: la “nazione focolaio”, che è anche la più popolosa al mondo, avrebbe avuto meno della metà dei casi che attualmente si registrano negli Stati Uniti e gli stessi della Spagna. E proprio a Wuhan, a marzo, risultavano per l’appunto morte 2.535 persone. Ciò appariva già segno di qualche tassello mancante, dato che quando sono state riaperte le case funerarie della città si è assistito a uno strano sovraffollamento di parenti chiamati a ritirare le urne e piangere i loro cari. Stando a quanto riportava il quotidiano cinese Caixin, una sola agenzia funebre di Hankou – area urbana che costituisce una parte della conurbazione di Wuhan – avrebbe consegnato 5 mila urne cinerarie in un solo giorno.

Ilaria Paoletti

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1 commento

Sergio Pacillo 18 Aprile 2020 - 8:34

I morti ufficiali della Cina sono ufficiali e vanno presi come ufficiali così come sono ufficiali i morti ufficiali dell’Italia.
Se qualcuno ritiene di avere il diritto di mettere in discussione i dati forniti dalla Cina, io mi sento in diritto di mettere in discussione quelli forniti dall’Italia.

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