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Cremlino: “Operazione speciale potrebbe finire nei tempi previsti”. Ritirata o successo?

by Stelio Fergola
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Roma, 8 apr – La “operazione speciale” in Ucraina potrebbe finire presto, secondo le ultime dichiarazioni del Cremlino, riportate dagli aggiornamenti Tgcom24.

“Operazione speciale” verso la fine, dice il Cremlino

Le parole sono di Dmitry Peskov, il portavoce di Mosca che abbiamo imparato a conoscere in questo mese e mezzo dall’inizio del conflitto. Peskov parla della “operazione speciale”, come il Cremlino definisce la guerra in Ucraina, e della sua possibile fine. E lo fa così: “L’opreazione speciale della Russia in Ucraina potrebbe concludersi nei tempi previsti”, perché “gli obiettivi sono stati raggiunti” sia dai negoziatori di Mosca che dall’esercito russo. È quanto riporta anche l’agenzia Reuters.

Come sta andando la guerra per i russi?

È una domanda alla quale è molto difficile rispondere. Esperti di geopolitica e operazioni militari hanno espresso, sul mainstream, uno dei pochi dibattiti differenziati sul tema. Per Germano Dottori, consulente scientifico di Limes, gli armamenti di Mosca sono indiscutibilmente datati, e lo proverebbero le tracce fotografiche dei mezzi russi inquadrati dalle telecamere, evidenziando codici richiamanti addirittura a dispositivi degli anni Settanta del XX secolo. Di diverso parere il professor Alessandro Orsini, che ieri sera, nel corso della trasmissione PiazzaPulita, citando i report del New York Times, ha affermato che sì, le armi russe sarebbero effettivamente tecnologicamente arretrate, ma ciò sarebbe dovuto alla scelta di non impiegare che una minima parte (quella più “vecchia”) del proprio arsenale.

D’altro canto, è pur vero che molti osservatori si aspettavano, allo scoppiare del conflitto, una classica “guerra lampo”, ma questa affermazione effettivamente non teneva conto delle esercitazioni al confine ucraino tenute dall’esercito russo (e in un numero ragguardevole, oltre 100mila uomini) dal 2018 in poi, non esattamente un atteggiamento proficuo al fine di “sorprendere” le difese avversarie, e quindi favorire un conflitto breve. In ogni caso, pare che la “fretta” nel descrivere il pantano russo-ucraino sia sempre stata all’ordine del giorno, ed pure questo appare come un errore in cui siamo caduti in tanti: non ci sarebbe da dimenticare che, in fondo, il conflitto è scoppiato “appena” un mese e mezzo fa. Non tantissimo in termini temporali, per lo meno se si prendono in considerazione i maggiori conflitti dal 2001 ad oggi, con protagonisti diversi e talvolta simili: in Afghanistan (2001) gli scontri sono durati quasi vent’anni, in Iraq ben otto (dal 2003 al 2011), mentre la guerra civile siriana (in corso dal 2011) ancora non è completamente estinta. ‘

Stelio Fergola

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