Alla fina lo stesso Obama è stato costretto ad ammettere che certe attività “sollevano interrogativi legittimi”. Il governo francese, formalmente, fa pervenire note di “ profondo biasimo” per quelle “pratiche inaccettabili fra alleati e amici, che oltraggiano la vita privata dei cittadini francesi”.
Un ennesimo capitolo della saga Snowden – ex consulente della NSA – agenzia di sicurezza americana che secondo il quotidiano Le Monde su un periodo di trenta giorni, dal 10 dicembre 2012 all’8 gennaio 2013, avrebbe effettuato, nella sola Francia, 70,3 milioni di registrazioni di dati telefonici.
. ”Gli abbiamo ricordato che questo tipo di pratiche tra partner è completamente inaccettabile e che vogliamo avere la garanzia che non abbiano più luogo”, afferma una nota dell’ ufficio stampa del Quai d’ Orsay il vicedirettore Alexandre Giorgini, mentre il premier Jean-Marc Ayrault si dice “profondamente scioccato” e afferma che ”è inverosimile che un Paese alleato come gli Stati Uniti possa spingersi fino al punto di spiare così tante comunicazioni private che non hanno alcuna giustificazione strategica o di difesa nazionale”, chiedendo a Washington ”risposte chiare, che giustifichino i motivi per cui si è fatto ricorso a queste pratiche, e soprattutto la creazione di condizioni di trasparenza per porvi fine”
Intanto il presidente Hollande, nel prossimo vertice del 24 e 25 ottobre a Bruxelles, proporrà ”un regolamento sulla protezione dei dati personali”.
La vicenda della “talpa” Snowden, che a breve diventerà un film, sembra ancora tenere banco e le ripercussioni politiche si accendono in ogni parte del globo: dal Messico, dove persino la mail privata del presidente era spiata, alla vecchia Europa, alleato storico degli Usa che tuttavia comincia a intravedere uno spiraglio di “autonomia” in difesa, se non altro, della privacy dei suoi cittadini.
Alberto Palladino