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Grecia incredula di fronte ad Alba Dorata che si conferma terzo partito

by Alessandro Pallini
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MERKEL RAUSAtene, 27 gen – La formazione politica greca Χρυσή Αυγή, nota in Italia con il nome Alba dorata, è ufficialmente il terzo partito greco.

Dopo il grande successo del 6 maggio 2012 (6.97% delle preferenze e 21 seggi su 300 in Parlamento) e l’ottimo risultato del 17 giugno successivo, quando fece il bis con il 6.92% e 18 seggi, e dopo il vero grande trionfo alle europee 2014 con il 9,4 % e 3 europarlamentari eletti, ieri, in occasione delle consultazioni democratiche per esprimere il nuovo parlamento e il nuovo governo del paese ellenico, la formazione di Michaloliakos ha incredibilmente avuto una tenuta di acciaio con i suoi 17 seggi e il 6,31 % (dati quasi definitivi), considerando l’incredibile campagna mediatica condotta dai principali media greci ed internazionali contro il partito identitario e nazionalista greco.

Alba dorata non ha praticamente potuto svolgere una campagna elettorale coi mezzi tradizionali, avendo quasi precluso l’accesso ai media se non per mettere in scena il consueto processo mediatico ai suoi esponenti. Ma non sono certo i processi mediatici il vero problema dei nazionalisti greci, presentatisi alla competizione elettorale con la classe dirigente del partito detenuta in carcere da mesi preventivamente, ancora in attesa di giudizio. La magistratura greca, infatti, avviò un’inchiesta sulle asserite attività criminali del partito identitario dopo l’uccisione del rapper antifascista Pavlos Fyssas avvenuta ad Atene il 18 settembre 2013 per mano di Georgios Roupakias, presunto simpatizzante di Alba dorata.

Lo scorso 16 ottobre il giudice istruttore Isidoros Dogiakos ha chiesto il rinvio a giudizio per Michaloliakos, leader del movimento, ed il portavoce del partito Ilias Kassidiaris oltre a Nikos Michos, Yannis Lagos, Giorgos Germenis e Efstathios Mpoukouras, tutti i 18 deputati del partito, in tutto ben 70 persone arrestate, che ieri hanno votato in carcere.

Alba dorata ha avuto anche i suoi caduti per mano della violenza politica: il 1° novembre 2013 Manolis Kapellonis e Yorgos Fundulis, due militanti, vennero uccisi fuori dalla sezione del quartiere ateniese Neo Iraklio. L’attentato venne rivendicato dalle Squadre rivoluzionarie popolari combattenti, un raggruppamento di gruppi della galassia dei movimenti comunisti ed anarchici extraparlamentari ellenici.

Nonostante gli assassinii politici, l’accanimento giudiziario e l’ostracismo dei mezzi d’informazione, che non ha permesso ai nazionalisti greci di condurre efficacemente la campagna elettorale, Alba dorata, rimanendo abbondantemente sopra il 6 %, è stata ancora una volta in grado di parlare al popolo ellenico, proponendo una via credibile per cercare di risollevare la Grecia dai tanti, gravi, problemi che la affliggono. Causati sia dai partiti tradizionali che, con le loro politiche europeiste o falsamente euro-scettiche, rischiano di portare il paese, che ben da cinque anni sta attraversando la crisi recessiva peggiore della sua storia, dritto tra le fauci del vero grande nemico esterno della Grecia, che lascia morire senza assistenza medica i suoi figli: questa Unione Europea che usa la politica del debito senza fine come arma di ricatto.

Con la vittoria di Syriza, il partito di Tsipras, che formerà il futuro governo con il partito di centro-destra euroscettico Anel, nato da una scissione da Neo Dimokratia, la strada per Alba dorata si prospetta in salita, ma gli identitari greci hanno già dato modo di far vedere di che pasta sono fatti. E se Tsipras fallisce..

Alessandro Pallini

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